LE POSTE HANNO CONNESSO IL PAESE Xxx Xxx

LE POSTE HANNO CONNESSO IL PAESE Xxx Xxx
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Non ha mai smesso di lavorare perché inserita nelle aziende essenziali e - oggi più di ieri - tutti hanno riscoperto l’importanza e il ruolo strategico di Poste Italiane, che è stata tra le prime imprese ad adeguarsi alle nuove regole imposte dal Coronavirus.

«I portalettere stanno portando un po’ di normalità in un momento dove la normalità si è persa - esordisce Fabio Cicuto, responsabile Posta Logistica e Comunicazione Macro Area Nord Ovest, cioè delle regioni Lombardia, Piemonte, Valle D’Aosta e Liguria - Oggi è importante ricevere la corrispondenza di una persona cara o una rivista o un pacco con un regalo per un bambino “prigioniero” nella propria abitazione. Nelle zone più colpite dalla pandemia per molte persone, soprattutto anziane, il portalettere è stato ed è l’unico collegamento con il mondo esterno: i saluti a distanza dalle finestre delle loro abitazioni sono una consuetudine, come moltissimi sono stati i bigliettini di ringraziamento lasciati nella cassetta della posta rivolti al nostro personale. Ogni giorno registriamo sempre maggiore di apprezzamento per il nostro lavoro».

Ma come è cambiata l’organizzazione del lavoro di Poste Italiane alla luce delle nuove norme di sicurezza?

«Abbiamo cambiato il nostro modo di operare sin dall’inizio della pandemia essendo stati coinvolti nella zona rossa dell’area di Codogno dove ovviamente abbiamo immediatamente chiuso tutti gli uffici di recapito, per poi riaprirli quindici giorni più tardi cambiando gli orari di ingresso, rispettando i distanziamenti e introducendo tutti i necessari dispositivi di sicurezza per tutelare le nostre persone e i clienti».

C’è stata preoccupazione tra i suoi collaboratori, molti dei quali operano sul fronte a contatto con la gente?

«La gestione dell’attività nella zona di Codogno e nelle province più colpite, da Bergamo a Brescia, non è stata facile. Anche noi abbiamo avuto diversi contagi, molti dipendenti sono stati messi in quarantena, alcuni sono finiti all’ospedale. Devo dire che c’è stata molta collaborazione e disponibilità. Lo si è visto anche settimana scorsa quando, dall’ufficio di recapito di Brescia, è rientrata una portalettere dopo un lungo periodo di ricovero e degenza, che accolta con cartelloni di bentornata e applausi calorosi».

Le difficoltà hanno valorizzato lo spirito di squadra?

«Certamente. Lo testimoniano la disponibilità di tante persone che hanno collaborato a seguire i lavori di sanificazione degli uffici di recapito; la toccante esperienza della portalettere di Bergamo quando si è fermata a osservare il minuto di silenzio; la gara a realizzare filmati per documentare la voglia di ripartire…».

Dopo i numerosi, ripetuti e giustificati elogi agli eroi in corsia possiamo dire che anche i portalettere e gli addetti agli sportelli sono dei piccoli eroi?

«Gli eroi veri sono i medici e gli infermieri, ma anche molti dei nostri dipendenti meritano un elogio per come stanno lavorando, per l’impegno e l’entusiasmo quotidiano. Sono un presidio del territorio irrinunciabile e hanno connesso il Paese in un momento di grave difficoltà».

Come è cambiato invece il lavoro?

«È diminuita la posta tradizionale, comprese le lettere commerciali, ma è aumentata di molto la consegna dei pacchi. C’è una crescita superiore al 50% Sembra di essere tornati al periodo natalizio... Anche i due hub di Milano Roserio e di Brescia stanno lavorando a pienissimo regime: il primo è il centro di ingresso dei pacchi internazionali, il secondo è il centro di smistamento delle consegne dell’e-commerce per il Sud Italia».

Le procedure riferite al periodo di marzo e aprile hanno modificato la posta a firma (raccomandate, assicurate, consegna patenti, atti giudiziari...). Come hanno impattato queste novità per i cittadini?

«Il portalettere suona alla casa del destinatario, spiega il tipo di atto che deve notificare, il destinatario comunica la propria volontà di ritirare o meno il documento e quindi il portalettere lascia la posta in cassetta, senza aspettare la firma perché svolge anche la funzione di pubblico ufficiale».

La vecchia azienda pubblica, decotta e disorganizzata oggi è completamente trasformata diventando una realtà moderna ed efficiente…

«Sono in Poste Italiane da 38 anni e ho vissuto con entusiasmo questa trasformazione. La tecnologia ha toccato ogni settore, persino il portalettere gira con il palmare attraverso il quale si possono fare operazioni basiche. Ed è diventata un’azienda moderna, organizzata… L’accordo con Amazon, con Alibaba e altri importanti merchant, per la consegna dei pacchi, poi ci ha fatto fare un ulteriore salto di qualità, obbligandoci a migliorare i sistemi di pianificazione e di monitoraggio delle nostre performance».

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