Le videochiamate dei nonni
Da più di un mese, ormai, la mascherina copre il volto degli operatori. Ma gli occhi sorridono lo stesso, sempre e comunque, e gli anziani si sono ormai resi conto che di quegli sguardi possono fidarsi.
Dal mese di febbraio, la cooperativa sociale Archè - congiuntamente al consorzio sociale L’Aura a cui è consorziata - ha “blindato”, a causa dell’emergenza coronavirus, le sei strutture gestite in Piemonte, tra cui quella di Costigliole Saluzzo, l’Orchidea, bloccando l’ingresso di qualsiasi visitatore.
«Inizialmente - spiegano dalla cooperativa - lo smarrimento c’è stato, è ovvio. Per gli anziani ricoverati in una struttura, è stato abbastanza traumatico sapere, da un giorno all’altro, di non poter più ricevere le visite dei propri parenti e di non poter trascorrere insieme a loro quelle ore spensierate, ricevendo notizie di casa e degli affetti più cari».
Ma fare finta di niente e lasciare tutto aperto non avrebbe aiutato, come ci stanno dimostrando le numerose situazioni critiche in tutto il Nord Italia. Quindi il sacrificio è stato fatto, per tutti: per i parenti che dall’esterno pensano costantemente ai propri anziani, e per i nonnini che - chiusi nelle strutture - hanno adattato per l’ennesima volta la propria esistenza alla situazione in cui siamo costretti a vivere.
Da allora, le case di riposo sono una grande famiglia in quarantena, in cui la vita quotidiana procede, pur dovendo far fronte a infinite precauzioni. Con le apparecchiature acquistate grazie al contributo della Fondazione Crc, i saluti ai parenti si effettuano con le videochiamate, ma solo se vicino c’è qualcuno con un fazzolettino, pronto ad asciugare le lacrime di emozione.
Grande attenzione viene dedicata all’animazione.