Lorenzo Bersano, per due anni schiavo di Hitler

Lorenzo Bersano, per due anni schiavo di Hitler
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Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, venne fatto prigioniero e mandato ai lavori forzati nel campo di Dortmund.

Arrivò a pesare 36 chili, vide morire di stenti numerosi comilitoni.

MEDAGLIA D’ONORE

I ricordi di Lorenzo Bersano erano vividi, senza retorica, dolorosi. Quando 10 anni fa ricevette la Medaglia d’Onore raccontò la sua odissea di prigioniero, durata due anni, e commosse la platea.

Lunedì, nella chiesa parrocchiale di Villafalletto, la comunità locale gli ha dato l’ultimo saluto. Nonostante quei mesi bui e difficili, il reduce dei campi di prigionia nazisti, originario di Fossano, ha trasformato il ritorno a casa in una vita intensa e longeva, conscio di essere stato un sopravvissuto.

Bersano si è spento sabato notte a 98 anni tra le amorevoli cure dei suoi famigliari.

Dopo la guerra, trasferitosi a Villafalletto, aveva sposato Maria Teresa, scomparsa pochi anni fa, e si era dedicato al lavoro della terra.

Molto conosciuto e stimato a Villafalletto e nei paesi vicini, lascia la figlia Ines (l’altro figlio, Giuseppe, è mancato diversi anni fa) e numerosi nipoti e pronipoti, oltre vari congiunti.

DUE ANNI DI PRIGIONIA

Partito militare l’8 settembre 1942, Bersano fu arruolato nell’artiglieria alpina a Fossano. Dopo soli cinque giorni di addestramento, fu mandato in Grecia dove venne prelevato dai teesch dopo l’armistizio. Nel campo in Germania a fine ‘43 patì immani sofferenze.

Con il trasferimento da Dortmund a Dorsten aveva iniziato a lavorare come arrotino in una fabbrica di granate e munizioni.

Ma pure qui le condizioni erano durissime: ai prigionieri veniva concesso lo stretto indispensabile per restare in vita lavorando senza sosta sotto la minaccia dei militari.

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