«Macchè Regione, io sogno Crissolo»

«Macchè Regione, io sogno Crissolo»
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Cinquantatré anni, sposato con la vocalist Rosa Chessa, un diploma in ragioneria conseguito nel 1987 al Dentina, consigliere del Comune di Sanfront dal 2004 al 2009, vicesindaco del dal 2009 al 2014 con delega a sport, commercio, edilizia privata, cultura e rapporti con le associazioni, assessore dal 1999 al 2004, sindaco di Sanfront dal 2014 tuttora in carica, assessore di Comunità montana dal 2010 al 2013, poi assessore e infine presidente (dal 2019) dell’Unione del Monviso.

È un pedigree di tutto rispetto quello che si porta appresso Emidio Meirone. All’apparenza i suoi modi garbati e mai oltre le righe ricordano un po’ quelli di taluni democristiani di vecchia data, anche se ha trascorsi nei giovani socialisti. Ma davanti a un goloso piatto di “gnocchi alla bava” serviti come tradizione comanda alla “Trattoria del Giardino” di Paesana, anche un mezzo dc come lui abbassa la guardia: «Mi chieda quello che vuole: risponderò a tutto».

Lei è un presidente anomalo: sono gli altri che lo hanno collocato sul trono al termine di una cena con il rischio di ritrovarsi poi loro in ostaggio. Se tornasse indietro?

«Rifarei letteralmente tutto. Insieme con il mio predecessore Anselmo sono stato fra quanti hanno dato il massimo per costituire questa Unione montana. Che, sia detto una volta per tutte, ai Comuni non costa assolutamente nulla e porta benefici impensabili al territorio».

Quindi, pare di capire che lei sia soddisfatto di questo anno e mezzo di presidenza.

«Assolutamente sì. Certo, mi rimane il rammarico per la fuoriuscita di Revello e di Crissolo, perché penso che una quadratura del cerchio sia sempre possibile, a patto che la si voglia cercare. Questa rimane una sconfitta: a livello di immagine ci abbiamo perso tutti».

C’è chi lamenta una costante ingerenza o prevaricazione di taluni funzionari, con lauti stipendi, nei confronti delle decisioni squisitamente politiche. Com’è possibile che questo avvenga?

«Non mi risulta che sia così. Abbiamo funzionari validi e nessuno ci costa le cifre che si dice, bensì molto, molto meno. A loro ci rivolgiamo quando necessario, quando siamo alle prese con situazioni critiche, quando abbiamo bisogno di pareri tecnici: nulla di più».

Fra tre anni Sanfront tornerà al voto. Lei correrà per un terzo mandato consecutivo o inseguirà - come si dice - quello che è il suo sogno nel cassetto, vale a dire una poltrona regionale?

«Al momento mi sentirei di escludere un mio terzo mandato e il mio sogno nel cassetto non è una poltrona in Regione Piemonte. Sa cosa mi piacerebbe fare da grande? Il sindaco di Crissolo: lo reputo un paese bellissimo: il comune che, dopo il mio, più amo».

E sorride.

Ha fatto parlare molto il suo nuovo aumento di stipendio. Dalle parole del capogruppo di maggioranza in Consiglio abbiamo appreso che lei darà il surplus in beneficenza. È così?

«Ho donato mille euro all’asilo e in questi giorni sto cercando di dare una mano alla Casa di riposo: non sono solito sbandierare ciò che faccio. Ma posso dirle che non saranno episodi isolati».

Un’ultima cosa. In un nostro precedente incontro aveva promesso un intervento del Comune sul bedale che scende dal Mombracco e che a ogni pioggia diventa un impetuoso torrente, rendendo la strada inagibile e isolando di fatto la famiglia Martellotto, che risiede al fondo di quella strada. Quando si realizzerà la necessaria scogliera protettiva?

«Essere amministratore di montagna è impegnarsi a risolvere i problemi di chi la montagna la vive quotidianamente. Checché se ne dica ho apprezzato la battaglia in tal senso della “Gazzetta”. L’intervento del Comune avverrà entro il prossimo autunno, prometto».

La carne alla zingara è finita. Così come gli gnocchi, il dessert, il Nebbiolo, il caffè e la nostra chiacchierata. Ci salutiamo dandoci appuntamento di qui a tre mesi.

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