È mancata la professoressa Elisabetta Basiglio Arrò
Si sono svolti lunedì pomeriggio, nella parrocchia di Maria Ausiliatrice, i funerali della professoressa Elisabetta Basiglio vedova Arrò, deceduta all’età di 93 anni.
Per 36 anni aveva insegnato con dedizione Educazione artistica a generazioni di studenti che frequentavano le scuole medie cittadine. Originaria di Pinerolo, si era laureata in Lettere e all’Accademia di Belle arti di Torino. Dopo aver conosciuto il marito, Luigi “Gino” Arrò , per decenni amministratore comunale e noto architetto, si era trasferita a Saluzzo. Dal loro matrimonio sono nati cinque figli: Elena, Gabriella, Caterina, Antonio e Cristina.
Che così la ricordano: «Quando abbiamo in mente il suo sguardo, la vediamo in bicicletta con le borse della spesa, fino a poco tempo fa. E’ stata una madre esemplare, ha badato a noi, nel fare i compiti e insegnandoci a stare al mondo con spirito critico e presenti nei doveri. Da lei abbiamo ricevuto un insegnamento insostituibile. Dipingeva e disegnava molto bene, un talento sostenuto da studi di gioventù all’Accademia e negli approfondimenti per proseguire le sue attività di insegnante. La passione per l’incisione e la ceramica l’hanno portata a realizzare lavori di grande bellezza. Aveva una vera vocazione per la scrittura che si è tradotta in racconti autobiografici o della città».
Proseguono i figli: «Saluzzo è stata la sua città. Vogliamo ricordarla nella descrizione che ha fatto di sé stessa nel suo racconto “Pioggia” pubblicato nel 1994 su “L’To’ Almanac” di Costanzo Martini. Scriveva: “Per me la pioggia è soprattutto il ricordo di una corsa sfrenata assieme al vecchio bastardino Boby lanciato al galoppo attorno al quadrilatero dei viali dietro casa mia: l’acqua del temporale improvviso mi dà la carica, dilava la mia testa volutamente e irragionevolmente scoperta, mi appiccica i capelli sulla fronte, scorre sulle mie guance arrossate e fresche, penetra nel collo inzuppandomi di santa ragione”».
Con i figli lascia i nipoti, la cognata Francesca, Corrado ed Enrico.