Manta, addio Cesare Eandi Inimitabile artigiano del ferro

Manta, addio Cesare Eandi Inimitabile artigiano del ferro
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Il coronavirus si è portato via uno dei più apprezzati artigiani del ferro del Saluzzese, Cesare Eandi. Il fabbro mantese aveva 81 anni e sarà ricordato con una messa non appena le disposizioni lo permetteranno. I famigliari, secondo la sua volontà ne hanno fatto cremare il corpo domenica e hanno consegnato al cimitero di Saluzzo l’urna. Ma per le esequie si dovrà aspettare. Eandi sarà tumulato nella terra, vicino all’adorata moglie Marilena Bruno, mancata 4 anni fa.

IL GARZONE

Cesare si avvicina al mondo del ferro come garzone di bottega a Saluzzo. Dimostra fin da subito una spiccata sensibilità artistica: impara in fretta il mestiere e ben presto si mette in proprio, fondando una società con l’amico Beltrand, insieme al quale si sposterà a Manta negli Anni ’70.

LE MOSTRE A SALUZZO E LA PASSIONE PER L’ARTE

In quegli anni partecipa da protagonista alle Mostre dell’artigianato, che portavano a Saluzzo appassionati ed esperti del settore da ogni dove. Oltre agli usi tradizionali dei metalli, lavora a opere di design, lampadari in particolare, confermando la sua marcata vocazione artistica. Cesare Eandi si dedica anche alla pittura e porta a casa premi in diversi concorsi.

DUE GENERAZIONI DI FABBRI

Grande amante degli animali, il fabbro mantese ha fatto scuola: lo ricordano in tanti disegnare a mano su carta e poi usare il gesso ricalcando la sagoma sul metallo. E poi mettersi alla forgia per realizzare pezzi unici. Un perfezionista.

A ereditare la sua passione e a portare avanti il lavoro di bottega è il figlio Sergio, che prosegue sulle orme del padre con il socio Barbero.

Raggiunta la meritata pensione, le passioni per l’arte e i viaggi hanno continuato ad arricchire la sua esistenza. E di tanto in tanto tornava in bottega a per mettere la sua firma su qualche pezzo.

LA MALATTIA

Venerdì 20 marzo per quello che era apparentemente un mal di schiena, Eandi si è recato in ospedale a Cuneo. Aveva la febbre: è stato sottoposto a tampone ed è risultato positivo al Covid-19. Da allora i famigliari non lo hanno più visto. Finché è stato in grado di spostarsi, ha usato il cellulare e poi il telefono della camera per aggiornarli; poi la speranza dei cari si è aggrappata ai bollettini dei medici. Fino alla notizia del decesso, in meno di dieci giorni.

Dicono i famigliari: «Papà Cesare non ha mai fatto mistero della sua soddisfazione professionale e personale: un lavoro che lo aveva gratificato e che aveva visto proseguire attraverso le mani di Sergio; due figli felici con le rispettive consorti, che avevano costruito famiglie modello. Avremmo sperato di essere con lui nelle ultime ore ma non è stato possibile».

Eandi lascia la figlia Ivana con Fulvio, il figlio Sergio con Elena e gli adorati nipoti Nicola e Pietro, il fratello Sergio. La figlia, avendo avuto contatti prolungati con il fabbro in pensione, è da quasi due settimane in regime domiciliare fiduciario a casa del defunto.

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