Manta Agricoltore di Scarnafigi, si era trasferito nel paese dove vive la figlia Addio a Piero Tortone indimenticato bocciatore
E’ mancato all’ospedale di Savigliano Piero Tortone, agricoltore in pensione e noto campione di bocce. Aveva 85 anni (a seguire il ricordo di Nando Arnolfo). Venerdì scorso si sono svolti funerali a Manta, dove da qualche anno - lasciando la natìa Scarnafigi - si era trasferito. In paese vive la figlia Annamaria, moglie del geometra Gianni Quaglia, già sindaco di Manta. L’altro figlio, Giuseppe, sposato con Cinzia, è finanziere delle Fiamme Gialle.
Piero con i due fratelli ha mandato avanti per una vita la cascina di famiglia, l’Emilia, oggi gestita da nipoti. La sua passione era rivolta alle bocce: alfiere della Beccaria e poi con altre maglie, ha mietuto allori venendo riconosciuto come uno dei migliori bocciatori.
Con i figli e il fratello Giovanni lo piangono i nipoti Mara, Giacomo Andrea, Monica, Maria, Riccardo, Marina e Massimo con i congiunti.
Non a caso i migliori giocatori erano di estrazione contadina, come il nostro Piero. Le passerelle per la selezione dei campioni erano le feste patronali, dove le gare a bocce costituivano un immancabile appuntamento. Si trattava di eventi con una partecipazione straordinaria sia di pubblico che di giocatori anche top.
Si potevano ammirare campioni di valore assoluto, quali Granaglia, “Bepe l’mat” Carrera, Benevene, Macocco, Baroetto, Bragaglia, e tanti altri titolati. Piero Tortone era in grado di competere con questi mostri sacri, spesso in coppia con il compianto Paride Operti, con il quale è stato anche tra i fondatori della bocciofila scarnafigese Beccaria, che per tanti anni è stata casa sua, senza rinunciare a far parte di squadre prestigiose, la Selghis agli inizi e l’Auxilium nel finale di carriera.
Piero Tortone possedeva uno stile che risentiva delle origini “al libero”, dove sciorinava serie di carreaux impressionanti. L’estrema semplicità di corsa unita ad un perfetto sottomano lo aveva trasferito nel tracciato, dove con ancor più evidenza spiccava la straordinaria coordinazione nell’eseguire il gesto atletico, che gli ha permesso di prolungare una carriera densa di successi.
La calma olimpica che sapeva mantenere anche nei momenti topici era un’arma in più, che ne faceva un compagno di squadra ideale.