Manta, lo strappo di Guasti
Due fatti, interconnessi tra loro, irrompono prepotentemente sulla scena della politica mantese, provocando un terremoto all’ombra del castello. L’imprevisto scatto di orgoglio del gruppo di minoranza “Manta Insieme”, solitamente poco incline alla polemica, che forza la mano su una proposta, liquidata dalla giunta come demagogica, per la creazione di un fondo di solidarietà destinata alle famiglie colpite dagli effetti economici della pandemia. E le dimissioni dal gruppo di maggioranza “Rinnovamento nella tradizione 2.0” dell’ex sindaco (e fondatore) Mario Guasti.
Ma procediamo con ordine. Il primo passo di questa diatriba è la proposta inviata a metà della scorsa settimana da Graziella Romano a nome della minoranza, all’attenzione della giunta: «Considerate le conseguenze nefaste, soprattutto sulle fasce più deboli e in considerazione del fatto che tale situazione, purtroppo, persisterà nei mesi a venire, dichiariamo di rinunciare alla indennità di carica per l’anno 2020 e proponiamo a tutti gli amministratori di rinunciare alla propria al fine di contribuire con un piccolo atto di solidarietà».
Il sindaco Paolo Vulcano definisce populista la sortita della minoranza, finalizzata - dice - a gettare fumo negli occhi ai cittadini. E fa i conti con il “tesoretto” che sarebbe troppo esiguo.
GUASTI SUL PIEDE DI GUERRA
A questa polemica si agganciano le dimissioni dell’ex sindaco, l’architetto Mario Guasti, il più votato alle ultime elezioni nella lista di maggioranza, che ha portato Paolo Vulcano a indossare la fascia tricolore. Forte delle 160 preferenze personali, l’architetto ha manifestato in più occasioni un’incompatibilità di vedute con il suo gruppo. Solo due settimane fa ha votato contro l’adeguamento delle linee del protocollo di ospitalità per gli stagionali della frutta. Ed è noto che il suo ruolo da protagonista in Octavia, associazione di Comuni di cui Manta è fondatore, ha più volte destato qualche malumore tra i banchi della maggioranza.
Architetto, partiamo proprio da Octavia. Che succede?
«Sono consigliere con la delega a questa importante realtà, per la quale lavoro con dedizione da anni. Ma percepisco una costante sfiducia nei miei confronti. Ho rigettato in segno di protesta la delega stessa, alla ricerca di chiarimenti sulle mie funzioni, e di questa non si sa più nulla: la mia interpellanza in merito non è stata presa in considerazione».
Che opinione si è fatto sulla recente polemica relativa al fondo di solidarietà proposto dalla minoranza?
«L’iniziativa non è così fuori luogo, al contrario la risposta del sindaco appare assolutamente pretestuosa. Più che il valore economico, comunque migliorabile con la partecipazione di tutti i consiglieri, è importante l’idea di solidarietà che porta con sé».
Cosa non le è piaciuto?
«Le parole del sindaco: appellandosi al gruppo, quindi anche a nome mio, ha formulato un giudizio tranchant sull’iniziativa. Una delle contraddizioni di Vulcano è emersa proprio durante la pandemia: la demagogia da lui criticata è in realtà una prassi del suo agire, ne fa un uso sconsiderato. Il Covid-19 non è un palcoscenico su cui apparire. A Manta da settimane sembra tutto orientato al raggiungimento delle simpatie della gente».
Ora quale sarà la sua posizione in Consiglio?
«Per il consenso che ho ottenuto nelle ultime amministrative, trovo logico rimanere consigliere di maggioranza, ma indipendente, quindi libero di esprimere ciò che penso. Pertanto la mia azione sarà di controllo: esprimerò i miei pareri secondo valutazioni oggettive e riflessive».
Se qualcuno la seguisse e diventaste due, le sarebbe possibile formare un gruppo in Consiglio.«Non escludo questa eventualità».