Mario Frandino Cavaliere del Lavoro «Un onore condiviso con tutti i miei» l’imprenditore della sedamyl insignito da Mattarella

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La sua storia di imprenditore racchiude passione, abnegazione, lavoro, capacità imprenditoriale. Ingredienti di un successo nato in una bottega artigianale, una piccola distillerie di frutta, diventata un colosso europeo del settore, con numeri da record e tecnologie d’avanguardia.

La firma, tutta saluzzese, di questa storia d’azienda è quella di Mario Frandino che, assieme al fratello Oreste, ha trasformato la piccola Seda nel colosso Sedamyl.

Mario Frandino, imprenditore saluzzese, classe 1943, amministratore delegato della Sedamyl, è uno dei soli tre piemontesi ad essere stato nominato sabato scorso Cavaliere del Lavoro dal presidente della Repuibblica Sergio Mattarella.

Gli altri sono Anna Maria Grazia Doglione, presidente di Fondalpress, azienda di Castell’Alfero (Asti) attiva nella produzione di leghe di alluminio e Alessandro Gilardi, presidente e amministratore delegato di Costruzioni Generali Gilardi Spa, impresa di costruzioni e ingegneria civile che ha realizzato, tra i tanti progetti, lo Juventus Stadium.

Erano gli anni ’50 quando nacque la Sedamyl (allora Seda), una piccola distilleria della frutta. Un’impresa che si basava sula produzione locale, soggetta agli alti e bassi del settore.

«Avevamo quest’attività a gestione famigliare - racconta Frandino -, ma non era sufficiente, perché troppo soggetta alle variabili del comparto. Quando il settore iniziò ad andare in crisi, avevamo due strade: tentare di sopravvivere nel piccolo o cambiare radicalmente. È quello che abbiamo fatto, lanciandoci, tra i primi in Italia, nella trasformazione dei cereali, con la produzione di amidi, dolcificanti, proteine e alcool».

Oggi Sedamyl è uno dei leader europei del settore. Con due sedi produttive in provincia di Cuneo (a Saluzzo e Busca), occupa 165 dipendenti con un export del 50 per cento.

«Abbiamo trovato partner preparati e affidabili - continua Frandino - con cui abbiamo mosso importanti passi nel settore, che è sempre stato molto competitivo e difficile. Abbiamo dovuto imparare, ma crediamo di esserci riusciti bene, così abbiamo compiuto un altro passo in avanti, tornando a controllare l’intera azienda a livello famigliare. Oggi siamo tecnologicamente all’avanguardia, ma occorre continuare ad esserlo per restare all’altezza del mercato».

Nel 1993, dall’esperienza di autoproduzione di energia elettrica maturata dalla trasformazione del grano, Frandino ha costitutito Etea Srl, ora presente anche in Francia, Regno Unito, Albania, Romania, Serbia e Bosnia con diciassette impianti di produzione e siti di stoccaggio, e un export del 90 per cento. Occupa 340 dipendenti.

In Sedamyl, oltre al fratello Oreste, lavorano anche cinque figli dei due fratelli.

«Quando mi è stata comunicata l’onorificenza, a cui personalmente tengo molto - sottolinea Frandino -, la prima cosa a cui ho pensato è stata la strada che abbiamo percorso. Dai primi anni in azienda al grande sviluppo internazionale. Ma ho anche pensato - conclude l’imprenditore - che, senza il lavoro di tutta la famiglia, e di tutti i dipendenti, i collaboratori, le persone che ci stanno intorno, non sarei mai riuscito a raggiungere questi traguardi. Non posso che condividere con tutti loro questo onore».

Al neo cavaliere sono arrivate le congratulazioni del sindaco Mauro Calderoni: «Un importante riconoscimento che premia lo sforzo di un’azienda famigliare e locale che ha saputo farsi globale senza perdere le radici ed il legame con la comunità in cui è nata».

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