«Mi ero illuso che la serietà avesse un peso»

«Mi ero illuso che la serietà avesse un peso»
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Nando Arnolfo, il medico veterinario ex sindaco di Scarnafigi, già direttore dell’istituto zooprofilattico del Piemonte e poi di Teramo, indicato dal sindaco di Villafalletto, Pino Sarcinelli, al vertice di Csea, ha scritto una lettera aperta ai 52 sindaci dei Comuni del consorzio rifiuti dopo aver ritirato la sua candidatura.

Arnolfo ricostruisce i passaggi di una vicenda che, in alcuni tratti, ha le caratteristiche di un feuilleton, dove alleanze e tradimenti si sono consumati nello spazio di poche ore, senza peraltro che venissero esaminati nè i profili dei candidati né i problemi sul tavolo.

«Ho pensato che prevalesse la serietà nei sistemi valutativi e fossero finalmente i curricula a pesare in maniera determinante. Naturalmente - ammette Arnolfo - la disillusione è stata come un pugno nello stomaco”.

E poi entra nel merito della questione, rendendo pubblici aspetti sconosciuti.

«Quando mi è stata chiesta la disponibilità - osserva - ho creduto semplicemente di poter restituire alla collettività quanto la fortuna mi aveva dato di ricevere nel mio percorso professionale. Mi sono immerso anima e corpo nel confronto, accorgendomi però subito che, di fatto, il mio avversario non era Rubiolo, bensì il sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni. Il quale giustificava il suo accanimento nel nome della continuità gestionale, quasi io fossi un pericoloso sovvertitore dello status quo. Eppure conosceva e riconosceva pubblicamente le mie capacità e l’onestà intellettuale, fin dai tempi in cui gli avevo lasciato il posto in consiglio comunale a Saluzzo. Ironia della sorte, mi trovavo di fronte quel Fulvio Rubiolo, il quale aveva non aveva esitato ad accettare la carica di presidente del Consiglio comunale dopo la mia rinuncia, per una coerenza politica richiestami dal gruppo stesso cui aderiva Calderoni».

Arnolfo spiega di aver cercato il confronto con tutti i sindaci.

«Abbiamo parlato di rifiuti, di smaltimento, ecologia e ambiente. Abbiamo ipotizzato l’inserimento in contesti più ampi, con progetti in linea con le opportunità aperte dal Recovery Fund. Ho capito che l’area del cambiamento poteva essere prevalente. Alla fine delle mie peregrinazioni, avvertivo una soddisfazione interiore che mi riportava agli entusiasmi giovanili, consapevole di aver combattuto una battaglia duramente, ma sempre con la massima correttezza e trasparenza. Mi ero anche illuso - confessa - di averla spuntata, e non mi sbagliavo, perché dalla mia parte potevo contare su circa il 60% delle quote».

L’aspetto più curioso è la rivelazione su quella che Arnolfo definisce la “zona grigia” della politica.

«Tutti voi sapete - scrive rivolto ai sindaci - che nella partita a scacchi che si è giocata nel consorzio, la mossa decisiva è stata di Fossano, che ha ribaltato con un colpo di teatro a sorpresa l’esito della partita».

E qui rivela aspetti perlomeno” curiosi”.

«In un incontro richiesto dal sindaco Dario Tallone, in presenza di Giulio Ambroggio (sindaco di Savigliano), lo stesso mi aveva assicurato la fiducia e l’appoggio per un nuovo progetto gestionale di Csea. Il giorno antecedente la votazione - ricorda Arnoldo - lo stesso Tallone mi aveva richiesto un ulteriore incontro presso l’ufficio comunale, alla autorevole presenza del senatore Giorgio Bergesio. Il senatore, quale testimonianza delle mie capacità gestionali, aveva espresso al sindaco l’apprezzamento degli allevatori fossanesi nei riguardi della mia gestione, ai tempi in cui dirigevo i servizi veterinari Asl proprio a Fossano. Il sindaco aveva ribadito la sua piena soddisfazione per il cambiamento, richiedendomi per il futuro un più stretto collegamento. Il senatore, dal canto suo, aveva raccomandato il massimo sostegno, suggerendo al sindaco di presenziare di persona all’assemblea, senza il vice Giacomo Pellegrino, ritenuto non fidato per questa operazione».

«Il mattino dopo - annota Arnolfo - mi veniva segnalata la presenza di Calderoni a Fossano. Qui mi fermo e lascio all’immaginazione di ciascuno cosa possa essere successo. Restavo comunque fiducioso. Per di più, ricevevo una inaspettata telefonata in cui il senatore Bergesio mi aggiornava di tentativi dei saluzzesi per convincere Fossano a cambiare schieramento, respinti al mittente, a suo dire, in modo fermo e deciso. Il sindaco Ambroggio - prosegue - mi rassicurava che nella riunione tenutasi la sera antecedente i sindaci del Saviglianese (tranne Cavallermaggiore) si erano espressi in mio favore. Aveva telefonato in tarda serata tale esito al collega fossanese, con il riscontro favorevole da parte sua».

Arnolfo evidenzia la “pièce” che ha visto protagonisti, oltre ai fossanesi Tallone, Bergesio e Pellegrino, anche il sindaco di Venasca Silvano Dovetta ed evoca, al riguardo, il romanzo di Carlo Emilio Gadda “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”.

Ultima nota: «Il tentativo, pieno di ipocrisia, di coinvolgermi con una nomina nel cda mirava a salvare la faccia di qualcuno. Ho rifiutato - spiega Arnolfo a conclusione della lettera - perché ho ritenuto fosse offensivo della mia professionalità e della dignità della mia persona».

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