Monsù e Madama Ramassa: le maschere di Torre S. Giorgio
L'associazione "I Ramassèt" è nata nel 2004 quando dei giovani torresangiorgesi vollero creare una rappresentanza comunale per il Carnevale, con lo scopo di partecipare alle sfilate della zona e portare allegria in case di riposo, scuole e asili. Si iniziarono quindi le ricerche per trovare qualche precedente carnevalesco. I risultati furono pochi ma sufficienti.
Nel libro "Cenni storici della vita religiosa e civile di Torre San Giorgio", scritto dal sacerdote don Benigno Bonetto nel 1956, si legge: «Quasi tutti i coltivatori seminano la saggina, con la quale, nella stagione invernale, si fabbricano solide scope».
Il riferimento decisivo a questa attività economica risale agli anni ‘70: fu in allora che le maschere vennero chiamate "Ramassa" e "Ramasset" e accompagnate dalla presenza di due scopini di saggina, i "ramasset", legati tra loro e appesi al collo.
Nel 2004 l’idea è stata dunque ripresa l'idea ed è nato il gruppo di maschere che da allora ha come simbolo i "ramasset", che continuano ad essere portati al collo dai rappresentati maschili. Al fine di identificare ogni componente, si sono scelti i nomi di Monsù Ramassa, Madama Ramassa, i Ramasset e Tota Melietta.
L'avventura è cominciata rappresentando il Comune di Torre San Giorgio al Carlevè arnevale saluzzese; un po' intimiditi e con abiti non all'altezza di quelli di altri paesi. In breve tempo però, grazie all'aiuto del Comune, delle varie associazioni e del parroco, nonché della buona volontà dei partecipanti, il corteo ha avuto il suo riconoscimento ufficiale: l'ormai tradizionale Messa per le maschere, a cui partecipano figuranti provenienti da tutto il Piemonte.