Morìa del kiwi, scoperti i batteri che determinano l’asfissia radicale

Morìa del kiwi, scoperti i batteri che determinano l’asfissia radicale
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Fenomeno relativamente nuovo, la "moria" del kiwi sta interessando ampie zone di coltivazione del Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna e Friuli. Più recentemente ha iniziato a espandersi verso gli areali del meridione, investendo le coltivazione più a Sud quali il Lazio e la Calabria.

Al fine di verificare sia la presenza che il ruolo patogenico che i batteri anaerobici possono ricoprire nella "moria" del kiwi è stato intrapreso uno studio che ha coinvolto il Crea di Roma, l'Istituto Superiore di Sanità e l'Apofruit-sede di Aprilia (provincia di Latina). In tale ambito sono stati prelevati da alcuni impianti di actinidia con i sintomi di "moria", situati in provincia di Latina e nel comune di Bussolengo (Verona) sia radici marcescenti che campioni di terreno.

Dai terreni, sia quelli prelevati a Latina che a Bussolengo, nonché dalle radici, sono stati isolati ceppi appartenenti al genere Clostridium. Inoltre, con alcuni ceppi rappresentativi sono state effettuate prove di patogenicità sia in vivo che in vitro nei confronti di alcune cultivar di actinidia. Entrambe le prove hanno evidenziato che alcuni clostridi sono in grado di provocare la morte delle piante inoculate artificialmente.

Dallo studio è emerso, quindi, che il genere Clostridium è coinvolto attivamente nel fenomeno della "moria" del kiwi. Resta da stabilire, comunque, il ruolo rivestito dai funghi e dai batteri anaerobici nella sindrome e se, come probabile, possano coesistere e collaborare, in fasi successive o concomitanti, alla comparsa dei sintomi ed alla successiva morte della pianta.

L'avere evidenziato un ruolo chiaro per il coinvolgimento dei batteri anaerobici nella "moria" del kiwi apre nuove aree di ricerca sia per la sua ulteriore comprensione che per un suo contenimento. Va detto che la riduzione della componente dei batteri anaerobici del suolo, soprattutto quando permangono le note condizioni di asfissia radicale, non è semplice. Oltre alle pratiche agronomiche fin qui proposte che mirano a favorire lo sgrondo delle acque ed a mantenere quanto più possibile il terreno ben strutturato (baulatura), vanno individuati ulteriori mezzi di contenimento di tali microrganismi che sono, attualmente, in fase di studio.

Si sottolinea, infine, che lo studio effettuato è stato il primo, in tutta la storia della patologia vegetale, a definire un ruolo per i batteri anaerobici quali responsabili di alterazioni a carico di piante arboree. I pochissimi studi finora svolti, infatti, avevano riguardato esclusivamente marciumi della patata e della carota.

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