«Natale di buona sobrietà»

«Natale di buona sobrietà»
Pubblicato:
Aggiornato:

Per don Marco Gallo, il sacerdote saluzzese oggi parroco di Verzuolo, sono giorni di riflessione e di speranza. E anche di risposte a un diffuso bisogno di conforto.

Quale può essere una lettura del momento che stiamo vivendo?

«Senza dubbio è un anno inedito. Bisogna dire appunto inedito e non tragico, se letto alla luce della storia, anche non troppo lontana. Gli archivi parrocchiali sono una miniera di testimonianze di come, in queste stesse chiese, si siano vissuti anni ed eventi davvero drammatici. La seconda ondata dell’epidemia spagnola a Verzuolo, per esempio, aveva avuto come conseguenza un numero di funerali assai maggiore, anche di persone giovani e di bambini».

E’ comunque un anno difficile per tutti: come affronta il clima di emergenza la chiesa?

«Dopo la Pasqua anche il Natale è celebrato con limitazioni, seppur più lievi. Chi ha avuto desiderio di celebrare e pregare in presenza, da maggio ha sempre potuto farlo. E non è cosa da poco, se pensiamo a tante attività che non abbiamo potuto vivere, all’interno delle nostre comunità parrocchiali. Dobbiamo attraversare questo momento delicato con rispetto, prudenza e mitezza».

Don Marco, a Natale tutti si scambiano auguri di felicità. E’ possibile essere, non diciamo felici, almeno sereni?

«Credo sia un’occasione preziosa per mettere in pratica una delle parole che, nella messa natalizia della notte, risuonerà nella seconda lettura: vivere con sobrietà. Il Bambino nato nella mangiatoia ci insegna questo valore. La sobrietà non è povertà, e non è tristezza. Sobrietà è lucidità, leggerezza, finezza. Spero possa essere un Natale di buona sobrietà».

C’è un modo per sopperire alla mancanza di socialità, addirittura privati degli abbracci in famiglia?

«Il senso di tristezza di questo tempo viene proprio dalla nostra prolungata stagione senza contatto. L’uomo vive di contatti, di abbracci, di strette, di prossimità. La comunità con i suoi riti, i suoi tempi è un atto di resistenza al male. In questi tempi, abbiamo celebrato un numero notevolissimo di funerali: questo gesto è stato prezioso. I riti del lutto non possono essere rimandati. Così anche quelli dell’affetto e dell’educazione. In questo senso la comunità cristiana deve cercare tutti gli strumenti per essere vicina ai fedeli e anche alle persone emarginate».

Come vivrà da parroco questi giorni?

«Celebreremo gli ultimi momenti di novena di Natale con i bambini e ragazzi e poi le messe delle feste. Il giorno di Natale, un centinaio persone condivideranno da casa lo stesso pasto festivo, grazie alla generosità di tanti e alla collaborazione di due ristoratori del paese. Gesù nasce e cerca sempre l’umanità: lasciamoci trovare». 

Archivio notizie
Ottobre 2024
L M M G V S D
 123456
78910111213
14151617181920
21222324252627
28293031