Ne parliamo con Ivan Mutta, ceo, fondatore e titolare di Asta del Mobile, una delle aziende leader nel settore Arredamento, un mercato trainante in Italia: quarta al mondo con 15 miliardi di fatturato

Ne parliamo con Ivan Mutta, ceo, fondatore e titolare di Asta del Mobile, una delle aziende leader nel settore Arredamento, un mercato trainante in Italia: quarta al mondo con 15 miliardi di fatturato
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Forse non tutti sanno che il settore del mobile, in Italia, è di fondamentale importanza: con i suoi 15 miliardi di fatturato, la nostra nazione è quarta al mondo per export, dopo Cina, Stati Uniti e Germania. Come consumo interno, l’Italia è il secondo Paese dopo la Francia e se i punti vendita in Germania sono 6 mila, in Italia ne contiamo 25 mila, con una microdistribuzione che non ha pari al mondo. «La vendita di cucine era di 1600 ordini l’anno negli Anni Novanta, oggi siamo a quota 700 mila», spiega Ivan Mutta, ceo, fondatore e titolare di Asta del Mobile, una delle aziende leader nel settore.

Le vendite relative al settore casa hanno registrato dati positivi a seguito del lockdown?

«Il dato nazionale è positivo, è uno dei pochi settori che ha vissuto un’impennata, ma questo non significa che sia tutto sia favorevole: ad esempio, in questo momento manca a livello mondiale la componentistica che serve al settore dell’elettrodomestico, nostro complementare. Asta del mobile ha reagito comunque bene nella ripresa, con il fatturato. Abbiamo anche pensato ad una nuova campagna pubblicitaria che spiega l’accordo con le finanziarie e i pagamenti agevolati. La nostra azienda punta molto sui giovani e investiamo sul territorio: dopo il lockdown abbiamo aperto un nuovo punto vendita a Cuneo, continuando a mantenere la qualità e le maestranze italiane. Lavoriamo su progetti e linee di arredo che non fanno rimpiangere i grandi marchi e aggiungiamo un servizio diverso, con una particolare attenzione al cliente e alla personalizzazione. Gli standard qualitativi sono certificati e garantiamo il prodotto fino a dieci anni».

Avete sviluppato anche il settore digital, con preventivi online e visite virtuali negli ambienti. Il futuro è questo?

«È anche questo. Il negozio fisico, lo vediamo negli store dei marchi mondiali, resta il punto centrale del settore: non si potrà lavorare solamente con la tecnologia. Gli strumenti digitali sono un valore aggiunto ma non costituiranno mai la base, che ha bisogno di certezze diverse; il consumatore ha bisogno di toccare il mobile, visitare un ambiente e vedere l’offerta».

Siete fortemente radicati in Piemonte e Liguria. Come si è evoluta la storia aziendale?

«Siamo nati a Cavallermaggiore nel 1992 e crediamo molto nelle risorse umane. I collaboratori assumono un ruolo importante e possono diventare essi stessi imprenditori. I punti vendita aperti in Piemonte e Liguria sono stati creati sulla base della presenza di validi collaboratori cresciuti professionalmente all’interno dell’azienda. Devono sussistere le caratteristiche che io valuto che garantiscano il successo: capacità, responsabilità, fidelizzazione del cliente. Il team è fondamentale».

Avete esperienza trentennale nel settore dell’arredo e della progettazione. Come sono cambiate nel tempo le richieste della clientela, l’esigenza degli spazi?

«La differenza si è fatta sostanziale: oggi nel mobile si ricerca principalmente un tratto caratteriale, la possibilità di essere rappresentati da elementi quali il colore, la funzione, l’insieme nel suo complesso. L’attenzione si è spostata più sugli schemi, le funzioni, l’immagine e il prezzo piuttosto che l’essenza del prodotto ricercata anni fa. Un altro aspetto importante è che gli ambienti sono diventati conviviali e più aperti, integrati tra loro: oggi è facile che una cucina diventi, in tutto o in parte, anche soggiorno».

Quali legni utilizzate per la produzione e di quale provenienza?

«Siamo stati il primo importatore cuneese di legni a prezzi contenuti provenienti dall’est Europa; oggi i legni utilizzati principalmente sul mercato sono quelli di base, il truciolare, ricoperti, riciclati con componenti plastiche o alleggeriti, a seconda delle diverse classi, con uno standard comunque medio-alto. Non si tratta quasi più il legno massello, anche se noi abbiamo ancora un corner nei punti vendita dove c’è la proposta in legno come una volta, per i clienti che amano ancora quel tipo di prodotto, con servizio interno di falegnameria e verniciatura. Negli anni Ottanta questo segmento rappresentava il 60%, ora è sceso al 3%. La cucina classica oggi è scesa sotto l’8% del venduto».

Outlet e Black Friday: sono formule vincenti nel marketing?

«Sì: l’outlet è fondamentale perché i prodotti con piccole imperfezioni sono dichiarati e venduti fuori serie, smaltiti sottocosto, con una strategia utile sia all’azienda che al consumatore. La moda del Black Friday invece arriva dall’America, piace al cliente e tutto serve per muovere il mercato, anche se questa azione nel nostro settore ha importanza relativa».

Il bonus mobile è uno strumento che ritenete utile?

«Sì, finalmente è stati attuato qualcosa per il nostro comparto! Il bonus permette di beneficiare di detrazioni fiscali e funziona soprattutto per la cucina, un bene di prima necessità».

Nella vostra recente campagna pubblicitaria Alessia Lupi, già Miss Cinema, è stata da voi scelta quale testimonial. Che valori volete trasmettere?

«Volevamo fare una comunicazione nuova, cercando di graffiare un po’ il mercato. È un’atleta, fattore che è tornato utile per le scene dinamiche degli spot tv, è ligure, di bella presenza e con carattere. Abbiamo ravvisato in lei le componenti giuste per rappresentarci».

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