Nessun allarme sanitario tra i cinesi dell’Infernotto

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Le comunità cinesi dell’Infernotto, circa 1500 persone fra Barge e Bagnolo, seguono con apprensione le notizie provenienti dalla madre patria sullo sviluppo del Coronavirus. Ormai pienamente inseriti nell’ambito locale, dove gestiscono numerose attività commerciali oltre alla tradizionale presenza nel settore della pietra, i cittadini cinesi qui immigrati spiegano che la loro zona di origine è distante da Wuhan dove ha avuto l’origine l’epidemia.

Ciò non toglie che l’argomento tenga banco, suscitando qualche preoccupazione. La prima conseguenza è che presso le farmacie le mascherine nel frattempo stanno scarseggiando, in una corsa ai ripari decisamente eccessiva.

A rassicurare sulla situazione giunge la dichiarazione del sindaco di Barge, Piera Comba: «Siamo in contatto con l’Asl ma al momento non sono state richieste azioni specifiche o straordinarie. Seguiamo quanto indicato dal ministero per la Salute e le indicazioni fornite dal nostro medico responsabile che ha consigliato un utilizzo più frequente di detergenti disinfettanti prassi utile per limitare il contagio di qualsiasi forma infettiva. Tenuti saldi questi principi e quelli diffusi dal ministero penso che la vita possa continuare esattamente come prima».

Sul tema è intervenuto ancche l’assessore regionale alla sanità Luigi Geneso Icardi: «Lavoriamo per costruire una rete nazionale epidemiologica, evitando inutili allarmismi e rilevando come la stessa Organizzazione mondiale della Sanità ritenga che già ora l’Italia abbia impostato le misure più significative a livello mondiale. Sosteniamo l’efficacia dei processi e dei disciplinari sanitari, al fine di garantire la migliore prevenzione per la salute dei cittadini. Il sistema Paese sta funzionando, siamo tutti impegnati per migliorare ulteriormente il livello di coordinamento Ministero-Regioni».

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