«Non si governa a colpi di Dpcm»

«Non si governa a colpi di Dpcm»
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Caro direttore,

potere" è, per “Italia Viva”, un sostantivo, non un verbo: significa avere la possibilità di incidere sulla realtà per il benessere del nostro Paese attraverso la politica: la più nobile forma di servizio alla comunità.

Lasciare gli incarichi di governo è quindi rinuncia fatta in nome dei nostri principi e della responsabilità individuale; una rinuncia che dimostra che noi non siamo interessati alle poltrone.

Alla base di questa decisione ci sono, sintetizzando, tre ragioni.

La prima: il governo è nato perché, in una Repubblica democratica come la nostra, nessuno può assumere “pieni poteri”. Ma questo vale per tutti, anche per Conte, non solo per Salvini; e la democrazia va difesa sempre, soprattutto nei momenti di crisi. Dopo un anno non si può continuare a governare con dei Dpcm: provvedimenti presi solo dal presidente del Consiglio che, tra l’altro, sta continuando a gestire, in prima persona, anche i nostri Servizi segreti.

Se le altre forze politiche preferiscono tacere, si assumono la responsabilità di questo silenzio. Noi invece intendiamo denunciare questa anomalia.

La seconda: proprio la pandemia impone di avere un governo capace di prendere decisioni, anche difficili. Il nostro esecutivo invece, ormai da mesi, sta rinviando tutto. Contro questo immobilismo, da aprile, noi chiediamo un progetto vero per il Paese che tuttora manca, nonostante le nostre numerose proposte.

La terza: il "Recovery Plan". In Italia stanno per arrivare, dall’Europa, 209 miliardi: un nuovo Piano Marshall che non vedremo mai più. Da luglio chiediamo di lavorare, tutti insieme, a questo piano senza ottenere risposte. A dicembre è stato consegnato, nottetempo e senza alcuna discussione, un testo inaccettabile.

Malgrado il nostro tentativo di migliorarlo, troppi temi sono rimasti irrisolti: ad esempio, le risorse per il turismo, che sono ancora insufficienti o la scelta, assurda, di non accedere ai fondi del Mes per la sanità quando nella bozza del piano pandemico si legge che, in mancanza di risorse, si dovrà scegliere chi curare.

Non intendiamo essere corresponsabili di uno spreco di energie e risorse in un momento storico in cui si potrebbe ridisegnare il Paese per i decenni a venire. Abbiamo insistito con Conte perché smettesse di rinviare i dossier più importanti, accettasse i fondi del Mes, e discutesse del Recovery Plan e siamo stati accusati di essere alla ricerca di incarichi.

Noi di “Italia Viva” siamo convinti che le nostre dimissioni serviranno ad uscire dall’immobilismo per dare al Paese un governo capace di rispondere ai bisogni degli italiani.

Francesco Hellmann e Marta Giovannini

Coordinatori Italia Viva, Cuneo

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