«Non siamo al mare, lasciateci aprire dentro»

«Non siamo al mare, lasciateci aprire dentro»
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«Ci stanno prendendo in giro». Sono queste le parole usate da Maurizio Perotti, titolare del ristorante e albergo "La Colletta" di Paesana, alla notizia della possibile riapertura solo nei dehors. «Come facciamo ad aprire in una situazione del genere? Abbiamo il Monviso sulla nostra testa, qui da noi le temperature sono fredde. È impensabile mangiare all’aperto anche a pranzo, figuriamoci a cena. In 80 anni di attività ricordo rari casi in cui si è potuto pranzare all’esterno a maggio. Si dovrà attendere la metà di giugno, ma a cena è difficile persino in quel periodo. Basta un temporale e le temperature si abbassano».

Il 26 aprile, Perotti non aprirà.

Danilo Giordanino, titolare dei Quat Taulin, a Saluzzo, non ha il dehors ma sta pensando di realizzarne uno

piccolino nella strada privata accanto. «Ho chiesto le autorizzazioni, conto di aprirlo quanto prima per offrire un'accoglienza ai clienti che mi stanno sollecitando». Giordanino, tuttavia, evidenzia il vero problema: «Chiaro che il clima qui è quello che è, non siamo al mare. Comunque, abbiamo fatto trenta e faremo anche trentuno, sperando che questa storia finisca. Ci lascino lavorare in pace».

Franco Turaglio è il titolare del ristorante La Nicchia di Cavour, presidio Slow Food: «In questi giorni ho cercato informazioni per l’acquisto di sistemi di riscaldamento esterno. Ma significa un ulteriore investimento. Da oltre un anno cerchiamo di resistere: ci siamo adeguati, abbiamo approntato asporto e delivery, ma gli incassi sono una percentuale minima rispetto agli anni precedenti. Investire ancora è difficile. Inoltre i problemi sono molti. Le cene saranno difficili, se non impossibili da organizzare. E i dubbi restano molti - conclude Turaglio -. Se ho ad esempio dei commensali che arrivano da Torino su prenotazione, e quel giorno a metà pasto inizia a piovere, come si potrà procedere? Posso farli entrare nel salone vuoto o devo rispedirli a casa?».

Anche la pizzeria ristorante "Il Boschetto" di Sanfront, rimanderà la riapertura: «Fa freddo e non riusciamo ad aprire - dichiara il titolare Mauro Iaria - è un discorso che può essere fatto per la Riviera o al Sud, ma sicuramente non per chi vive ai piedi della montagna». Non è detto che nemmeno nelle sere estiva si possa garantire sempre di cenare fuori. «Cercheremo di organizzarci - aggiunge - installando un dehors esterno, ma è un discorso che non può essere fatto fino almeno alla metà di giugno. È impensabile far sedere una famiglia sotto ad una lampada calorifera per un'intera cena».

Un discorso a parte lo meritano i rifugi alpini, per cui è assolutamente necessario poter utilizzare gli spazi interni. Fabrizio Bertinetti, del rifugio Savigliano a Pontechianale, ha in calendario l’apertura giornaliera da giugno ad ottobre. «Ma spero di aprire già nei weekend di maggio – dice -. Siamo fiduciosi in uno sblocco della situazione. È l’unica possibilità che abbiamo».

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