Nuovo risiko per Bper che ora punta il Bpm

Nuovo risiko per Bper che ora punta il Bpm
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Quando la fusione tra Ubi Banca e Intesa San Paolo è appena agli inizi e il passaggio degli sportelli a Bper è ancora tutto da definire, ecco aprirsi un altro giro di valzer nella giostra delle banche italiane.

«Nasce la banca della Padania all’ombra delle Coop rosse», titola un autorevole quotidiano riferendosi alle manovre avviate da Unipol nei confronti di Banco Bpm (ex Banca Popolare di Milano), dopo che Carlo Cimbri (foto), amministratore delegato della compagnia assicurativa bolognese, ha annunciato le possibili nozze tra Bper, di cui Unipol è primo azionista, e Bpm.

Una unione che porterebbe alla nascita del terzo gruppo bancario italiano con 300 miliardi di attivi, prevalentemente nel Nord Italia.

«Se Bpm dimostrasse interesse verso questa ipotesi - ha spiegato l’amministratore di Unipol - penso che Bper non potrebbe che approfondirla con attenzione. Un progetto che creasse valore e fosse coerente con gli interessi degli azionisti raccoglierebbe il consenso degli stessi e del mercato».

E infatti le prime reazioni dei mercati sono state confortanti.

Gli investitori hanno subito premiato i titoli coinvolti: Bper ha guadagnato il 4,1% a 1,48 euro, Banco Bpm il 3,6% a quota 1,93 e Unipol il 3,7% a quattro euro.

Lo stesso amministratore delegato di Bpm, Giuseppe Castagna, ha confermato che la «banca è interessata a esplorare operazioni di aggregazione con una forte valenza industriale, finalizzata a creare valore per gli azionisti».

Tuttavia, risulta difficile pensare che un eventuale accordo con Bper sia proprio dietro l’angolo considerato che la banca emiliana ha appena avviato il percorso di integrazione delle oltre 500 filiali messe in vendita da Intesa dopo l’Opa su Ubi.

L’ipotesi di aggregazione tra Banco Bpm e Bper, secondo gli analisti finanziari, avrebbe senso sul fronte industriale vista la «complementarietà delle reti distributive delle due banche e dei modelli di business».

La nuova entità potrebbe assorbire oneri di ristrutturazione per circa 1,7 miliardi, e generare sinergie per 297 milioni di euro a regime.

Unipol, inoltre, resterebbe il primo azionista con una quota dell’8% mentre sul fronte delle sinergie industriali, nell’asset management, Anima e Arca potrebbero integrare la loro attività.

Sul fronte dei matrimoni bancari - secondo quanto riferisce la stampa specializzata - resta ancora da sciogliere il nodo di Monte dei Paschi di Siena.

Su Mps circolano da mesi voci di avvicinamento ad Unicredit, ma la banca milanese finora ha sempre smentito.

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