«Ora spetta a noi ricostruire l’Italia e i suoi valori come fecero i nostri nonni subito dopo la guerra»
È stato un 25 aprile diverso da tutti quelli festeggiati in 75 anni, a causa dell’emergenza sanitaria. Nessun corteo, nessuna banda, nessuna fiaccolata.
Sabato, giorno della Liberazione, davanti al monumento nei giardini Rosa bianca c’è stata una cerimonia semplice, ma toccante, trasmessa in diretta sulla pagina Facebook del Comune.
Assieme al sindaco Mauro Calderoni erano presenti il prosindaco Eros Demarchi con la comandante della polizia municipale Bruna Gerbaudo e i rappresentanti delle associazioni di protezione civile.
Dopo la deposizione della corona d’alloro, sulle note del Silenzio d’ordinanza, e l’alzabandiera, ha preso la parola Calderoni: «Questo periodo difficile che stiamo vivendo - ha affermato - ci sproni a essere cittadini responsabili e attivi nella lotta quotidiana contro il virus e le sue conseguenze sanitarie, economiche, sociali e culturali. L’abnegazione degli operatori sanitari, la dedizione delle forze dell’ordine, la passione della protezione civile e dei volontari, la generosità di tante persone, tutto questo sta emergendo proprio ora, nel momento del massimo bisogno, ed è un grande segnale di speranza per il futuro. Alla lotta di liberazione - ha continuato il sindaco - dobbiamo volgere lo sguardo. Lo fecero i nostri nonni in una periodo storico estremamente travagliato, soggiogati da una feroce dittatura, nell’arco di tempo tra due guerre mondiali. Credo sia il minimo che possiamo fare noi in tempi decisamente meno gravosi».
Giorgio Rossi, presidente dell’Anpi Saluzzo, ha tenuto un intervento in video: «L’isolamento di questi giorni permette a ognuno di noi di meditare sui valori morali che 75 anni fa portarono alla nostra Liberazione e poi alla Costituzione. Il coronavirus sta falcidiando gli anziani, custodi della nostra memoria. Così come 75 anni fa hanno ricostruito uno Stato democratico a noi oggi spetta una lotta dura per ricostruire le nostra economia e conservare i posti di lavoro e darci sicurezza e speranza nel futuro».
Al termine della cerimonia è intervenuto in collegamento il giornalista Aldo Cazzullo, cui sarebbe stata affidata l’orazione ufficiale. Ha ricordato i personaggi storici della Resistenza attraverso stralci delle loro lettere.