Paesana dismette un “pezzo” di Parco Lo acquisisce Crissolo, scoppia la polemica enti e territorio Il Comune di alta valle in questo modo avrebbe diritto a un posto nel cda
Con i 7 voti favorevoli della maggioranza ed i 3 contrari dell’opposizione, il consiglio comunale di Paesana - convocato in seduta straordinaria per rispettare i tempi chiesti dalla Regione Piemonte e dal Parco del Monviso - ha praticamente “ceduto” a Crissolo una manciata di ettari di Parco del Monviso, modificando cartograficamente i confini del Parco stesso con una riperimetrazione.
L’operazione (nella stessa serata ha fatto la medesima cosa anche Oncino) ha un duplice obiettivo: fare in modo che Crissolo abbia almeno il 25% del suo territorio compreso in area Parco ed un suo rappresentante possa sedere nel CdA dell’ente, e sgravare un pur piccola parte del paese di quei vincoli che in maggioranza in più d’uno sono convinti che il Parco si trascini a rimorchio.
Le zone interessate da quella che si può definire “dismissione” si trovano su ambo i lati del tratto immediatamente a valle del ponte sul Po, a monte della piscina comunale e dell’area camper, alla fine di via Monviso, dietro la borgata Pamparini e appena sotto il Bric Lombatera, Una scelta, quest’ultima, parecchio criticata dalla minoranza, dal momento che «nella zona esistono alcune incisioni rupestri e l’area andava salvaguardata».
Parlare di Parco, lo diciamo in apprezzamento della grande passione e della conoscenza della materia con le quali ha farcito il suo intervento, sta al consigliere Sergio Beccio così come pane e Nutella stanno ad un bambino goloso. Proprio Beccio, ormai “secoli fa” presidente dell’allora Parco del Po, è stato l’indiscusso (e prolisso) mattatore della serata.
Dopo aver fatto una lunga ricognizione sulle origini dei parchi, «enti di pianificazione che hanno nella Legge Galasso l’unica salvaguardia e non solo lacci e lacciuoli, cui per ignoranza si sono opposte molte amministrazioni, rifiutandosi di ascoltare - per una volta - le voci che suggerivano di inseguire strade nuove», Beccio ha poi preso di petto la dismissione proposta dalla maggioranza.
«Ci sono funzionari regionali convinti che ci fossero altre strade da seguire. Quello che ci viene proposto stasera è un atto che viola la legge regionale, che dice l’opposto di ciò che facciamo. Un atto preso ancora una volta senza confronto con la popolazione e mai discusso in Commissione Ambiente, il cui presidente (Gianfilippo Chiri, che a fine seduta si scuserà, garantendo a breve un incontro: ndr) dovrebbe trarre le conseguenze e dimettersi».
Neppure la convocazione in seduta straordinaria ha convinto Beccio: «Ci dite che quest’urgenza è motivata dalle richieste di Regione e Parco di deliberare entro il 30 aprile, ma la legge dice che ci sono 180 giorni di tempo dalla costituzione del Parco, che al momento non è ancora avvenuta. Abbiamo perso un anno e mezzo grazie alla Regione ed al suo presidente».
«Siamo qui per proporre, non per imporre. Saranno altri a dirci» ha controbattuto il sindaco Vaudano.
La chiosa finale spettava a Fabio Gottero, capogruppo di minoranza e sindaco mancato: «È grave che la Commissione Ambiente non sia stata convocata, così com’è stato sgradevole il vostro veto sul nome di Beccio a suo presidente. Ora pretendereste che votassimo a favore? Sappiate una cosa: la gente vede, si informa, sa e vi controlla. Poi trarrà le debite conclusioni».