Paesana, un rosso di 200 mila euro nel bilancio della casa di riposo i protagonisti
Duecentomila euro. È il passivo con cui la casa di riposo di Paesana ha chiuso il bilancio relativo al 2020. Una situazione indiscutibilmente pesante, venuta alla luce nell’ultimo consiglio comunale, quando gli amministratori si sono ritrovati per approvare una variazione di bilancio finalizzata al versamento, da parte del Comune, di un contributo di 10 mila euro (ricevuti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo) destinato a finanziare i lavori di adeguamento dei locali adibiti a lavanderia interna.
Le motivazioni di questo passivo sono da ricercare negli effetti del coronavirus, responsabile di una buona parte dei numerosi decessi recenti, che riducono di fatto l’operatività economica della struttura.
Difficoltà si registrano in pressoché tutte le case di riposo della provincia, al punto che i sindaci delle principali città della Granda hanno scritto in Regione per chiedere un incontro durante il quale affrontare il problema.
Di certo 200 mila euro non sono bruscolini: un “buco” che non si risolve con interventi estemporanei. Il Bacino Imbrifero del Po ha già detto di no), e tra i Comuni dell’alta valle l’unico a battere un colpo risulta essere Crissolo, che ha dirottato sulla struttura mille euro.
Complicato anche pensare una raccolta fondi tra la popolazione, in un momento come questo in cui tutti hano problemi fin sopra i capelli.
La terza strada ce la illustra il presidente della casa di riposo di Sanfront, Silvio Ferrato: «Non so se nel futuro ci saranno fusioni o soluzioni alternative, ma certamente così non sarà più possibile proseguire a lungo: è inutile mettere la testa nella sabbia. Se non si cambia traiettoria, le case di riposo potranno diventare in futuro un lusso per pochi».
Torna così d’attualità quell’ipotesi fusione fra Paesana e Sanfront («Ma perché non anche Revello, Barge e Bagnolo Piemonte?» ci è stato fatto notare) che tanta irritazione ha provocato a Paesana, ma sulla quale starebbe ragionando anche l’Asl.
Sarebbe una soluzione capace di portare ad avere un solo consiglio di amministrazione, un solo direttore sanitario e un peso contrattuale per le forniture decisamente più importante, da spendere sia per servizi sia per presidi, in cui coste sarebbero quindi centralizzati.
Paesana e Sanfront ne hanno già molto informalmente parlato in queste settimane, oltre la posizione “diplomatica” assunta dal sindaco Emanuele Vaudano, intervenuto sulla Gazzetta per negare qualsiasi contatto in questo senso.
Al di là del “buco rosso” della casa dii riposo di Paesana (che non andrà certo sottovalutato) e di situazioni legate a singole persone, resta certa una cosa: o si fa squadra o si muore. La speranza è che il sindaco di Paesana, che vanta ottimi contatti con gli amministratori regionali in virtù del suo storico impegno politico, riesca ad ottenere una porzione non risibile di quei 49 milioni di euro destinati alle case di riposo.