Perché il 25 Aprile è da celebrare
Ogni 25 aprile una parte del popolo italiano non solo non riesce a riconoscersi nei valori della Resistenza, ma addirittura si oppone fieramente alla celebrazione della festa della liberazione. Per carità, le colpe sono trasversali e spesso ricadono nella sedicente superiorità morale dell’altra parte del popolo italiano che non perde occasione per ribadirlo. Per citare un esempio tra tanti, basta infatti vedere il trattamento dei reduci della Brigata Ebraica da parte di alte sfere dell’Anpi.
Noi di LiberalMente Giovani invece crediamo che il 25 Aprile vada non solo celebrato, ma anche e soprattutto sostenuto per almeno due importanti ragioni.
Sulle montagne, sulle colline, nelle prigioni, nelle vie e nelle strade d’Italia non rischiavano la vita solo i comunisti o i socialisti (che pur già, quantomeno meriterebbero rispetto). Cattolici, monarchici, liberali, conservatori e anche ex fascisti si sacrificarono per un’Italia migliore.
Senza la partecipazione fondamentale del colonnello del Regio Esercito Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo i gappisti romani non avrebbero mai potuto procurarsi le armi e fronteggiare le truppe germaniche. Un colonnello del Regio Esercito, non proprio un feroce stalinista. A chi vede nel 25 Aprile una giornata da non celebrare, noi di LiberalMente Giovani consigliamo la visita al museo della Resistenza sito in via Tasso a Roma, dove il colonnello Montezemolo patì le più efferate torture prima di essere condotto alle Fosse Ardeatine.
Edgardo Sogno, diplomatico anticomunista, si guadagnò la medaglia d’oro al valor militare per aver cercato, tra le tante altre azioni patriottiche, di liberare Ferruccio Parri dalla prigionia.
In secondo luogo, celebrare il 25 Aprile non significa oscurare le pagine oscure di quel periodo: i fatti di Porzus, Codevigo e le settimane di sangue del maggio 1945 sono da ricordare con forza. Celebrare il 25 Aprile per noi di LiberalMente Giovani vuol dire celebrare la libertà e la dignità dell’Italia che, in un momento così buio, ha saputo rispondere a tono alla barbarie nazista. E credeteci, non sono tanti i Paesi che hanno conosciuto questa reazione in quei tremendi anni.
Infine, a chi orgogliosamente si ostina a osteggiare il 25 Aprile, consigliamo la visione del capolavoro cinematografico “Roma città aperta”. Chissà che la morte scenica dell’Italia personificata da Anna Magnani possa smuovere l’intelletto. Se anche questo film venisse considerato “di parte”, consigliamo allora un qualsiasi libro di Beppe Fenoglio, primo a celebrare il 25 Aprile non come una funzione religiosa, ma con tutti i limiti e gli ossimori di una Nazione.
Stamattina, mi sono alzato…