Più vicina la legge sul bio, ma scoppia la guerra sull’agricoltura biodinamica

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Avanti con il bio. Rimasto fermo per mesi tra i banchi del Senato in attesa di valutazione, è stato approvato dall’assemblea di Palazzo Madama il disegno di legge che detta le “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico”. Ora l’esame passa alla Camera, per la trasformazione in legge dello Stato.

Il Senato si è anche occupato di agricoltura biodinamica, esprimendosi a favore di un’erogazione di fondi pubblici agli operatori del settore, che in Italia sono 4500. Ma su questa decisione si è scatenato un putiferio, a seguito dall’appello firmato da una ventina di cattedratici - contrari al finanziamento pubblico - perché l’agricoltura biodinamica a loro dire è «una pratica esoterica opposta e inconciliabile con qualunque dato scientifico». Hanno sottoscritto il documento importanti scienziati italiani, dal fisico Ugo Amaldi all'esperto di staminali Giulio Cossu, dal biotecnologo Roberto Defez al fisico Luciano Maiani. Come si fa, sottolineano gli eminenti professori, a utilizzare teschi, pelli di topo, corna di vacca o vesciche urinarie di cervo?

«Può il paese di Galileo Galilei - si legge nell’appello - sostenere economicamente pratiche magiche, peraltro facenti capo a un marchio registrato estero?». Ma i “patres” hanno fatto orecchie da mercante. Per molti senatori, come il nostro Mino Taricco, l’agricoltura biodinamica è infatti una “versione del bio” e produce reddito aziendale. Tanto basta.

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