«Pochi tamponi e troppi medici di base da consultare per gli ospiti ricoverati»

È la settimana della svolta per Busca, uno dei primi centri in provincia a essere colpito dal contagio. A parte una lieve crescita di positivi (se ne contano 11 a inizio settimana, in buona parte operatori sanitari) sono i guariti a far ben sperare: 7 negli ultimi giorni. Una parte sono medici, a conferma del fatto che la diffusione del Covid-19 ha trovato terreno fertile nella case di cura e negli ospedali.

Sono 19 i buschesi ancora in isolamento, più che dimezzati in due settimane e 52 dall’inizio della pandemia i residenti in città che hanno concluso senza problemi la quarantena fiduciaria per essere entrati in contatto con infetti.

Resta sotto controllo la situazione alla casa di riposo, anche se le difficoltà gestionali non accennano a diminuire. A comprova arrivano le parole del presidente Tom Alfieri, che pubblichiamo a lato.

Ancora chiuso l’Hospice, interessato nelle scorse settimane da tanti contagi, Essendo una struttura specialistica (e altamente sensibile) viene usata grande prudenza, favorendo un ritorno alla normalità in modo graduale, senza strappi.

Buone notizie arrivano anche dalla parrocchia, chiusa dopo che 4 tra parroci e collaboratori sono risultati positivi al Covid-19. I tre più giovani stanno tutti bene e giovedì dovrebbero terminare l’isolamento. Più delicate le condizioni di don Antonio Audisio, che la sua ex parrocchia di Falicetto ha salutato questa settimana con un video-messaggio (vedi pagina di Verzuolo). Don Roberto Bruna, anch’egli sotto osservazione, dopo aver sentito il medico che ha in cura don Antonio, ha tranquillizzato i fedeli: «È in fase di miglioramento. Con cautela possiamo sperare che esca dal tunnel del virus. Il decorso sarà ancora lungo ma la nostra trepidazione inizia a diminuire. Continuiamo a pregare per lui».

Il sindaco Marco Gallo segue passo passo la vicenda: «La prevista riapertura delle parrocchie è un segnale importante per dare un conforto spirituale alla comunità».