È polemica sul nuovo bivacco Venezia

È polemica sul nuovo bivacco Venezia
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Di tutto era lecito attendersi, tranne che la volontà del Club Alpino Italiano di Cavour di rimuovere l’attuale bivacco esistente nei pressi della cima della punta “Venezia” per sostituirlo con un altro di analoga forma ma con dimensioni leggermente superiori, tali da poter contenere quattro posti letto (contro i due attuali) sovrapposti due a due, potesse scatenare in paese l’ennesima guerra.

Invece, complici le imminenti elezioni amministrative, così è stato ed il Cai - che si era impegnato anche a trasportare a valle la struttura affinché il Comune potesse provvedere al suo recupero ed alla sua rifunzionalizzazione per finalità storico-culturali - si è ritrovato suo malgrado al centro di una polemica senza capo né coda.

A farla nascere, questa polemica, il geometra Giancarlo Fenoglio, guida alpina e papabile aspirante sindaco, nella prossima partita a due con l’attuale primo cittadino Fabrizio Re.

Nei giorni scorsi Fenoglio ha inviato qua e là, a macchia di leopardo, a un gruppo di persone accuratamente selezionate, una furibonda mail con la quale esprime la propria “contrarietà, come guida alpina, soccorritore e cittadino di Crissolo, a tale iniziativa per un intervento che a suo giudizio serve a nulla ed a nessuno, e va ad intaccare la valenza storica del sito”. Nello scritto Fenoglio comunica anche che si attiverà in tutte le sedi “istituzionali (se necessario anche quelle francesi) per bloccare questo “demenziale” (testuale, ndr) intervento, con “grande stupore avallato dall’amministrazione del mio Comune”.

Fenoglio ha inoltre telefonato anche alla mamma di quel Luca Borgoni, morto a 22 anni sul Cervino dopo aver concluso l'X-Trial in Valtournenche, cui il Cai aveva intenzione di intitolare il nuovo “Venezia”. Un gesto, quello della telefonata, che ha immediatamente “costretto” sindaco e vicesindaco di Crissolo a chiamare anch’essi la signora Cristina Giordana, madre di Luca, per porgerle le scuse dell’amministrazione comunale e spiegarle che in paese non tutti la pensano così.

Abbiamo sentito la signora Cristina, che commenta la vicenda con grande pacatezza, nonostante il dolore patito: «La vita è vedere la luce nel buio - esordisce - e tutto ciò che ci ricorda Luca è luce, un dono. Fare cose per noi belle in suo ricordo è bello e positivo: il libro “Portami lassù” a lui dedicato, i sentieri a lui intitolati sul Cervino e a Villar San Costanzo, photo contest su Instagram #portamilassù, l’eventuale intitolazione del nuovo bivacco Venezia… Tutto è luce, tutto è positivo».

«La telefonata ricevuta? Mi ha fatto riflettere, ma non ferito. La vita mi ha insegnato che sono ben altre le ferite. Mi è stato detto che se si fosse fatto un bel bivacco, tanta gente lo avrebbe raggiunto e sarebbe diventato un pericolo. Mi è stato detto che, di conseguenza, tanta gente avrebbe trasformato i paraggi in una gigantesca latrina a cielo aperto, con un escremento umano sotto ogni sasso».

Manco fosse la signora Giordana a voler realizzare il nuovo bivacco invece che il Cai di Cavour.

«Ma mi ha fatto anche scoprire belle persone quali quelle dei Cai di Cavour. Oppure quali il sindaco di Crissolo, un uomo vero con cui si entra subito in empatia e che - se lo guardi negli occhi - sai che ti dice quello che ha nel cuore. Se il nuovo bivacco si farà, dovrà essere una festa per tutti, lo scriva».

Una lezione di stile e signorilità di cui dovremmo fare tesoro tutti.

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