Pratica green o stregoneria? Scontro sui fondi all’agricoltura biodinamica Continua la polemica dopo l’approvazione del disegno di legge in materia. Le voci saluzzesi

Pratica green o stregoneria? Scontro sui fondi all’agricoltura biodinamica Continua la polemica dopo l’approvazione del disegno di legge in materia. Le voci saluzzesi
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Resta acceso il dibattito sul riconoscimento dello Stato (con relativi contributi pubblici) all’agricoltura biodinamica. Il 20 maggio il Senato ha approvato quasi all’unanimità il disegno di legge 988, apportando solo alcune modifiche rispetto al testo già approvato alla Camera nel dicembre 2018. Le maggiori società e federazioni scientifiche, così come gruppi di scienziati e singoli studiosi, hanno espresso durante l’iter legislativo e nel corso di audizioni parlamentari forti critiche al testo. L’unico rilevante cambiamento è la soppressione della definizione di agricoltura biologica come attività di interesse nazionale con funzione sociale, che l’avrebbe legalmente posta al di sopra di ogni analisi critica.

Come è stato più volte sottolineato, l’agricoltura biodinamica si distingue da quella biologica perché alle teorie e pratiche di quest’ultima, la cui bontà o meno è verificabile scientificamente compiendo esperimenti, aggiunge disciplinari ben precisi, gli standard Demeter (multinazionale tedesca), fondati sui principi stabiliti dal filosofo Rudolf Steiner negli anni ’20 dello scorso secolo. In base ad essi, nei processi vitali lavorano insieme molte forze diverse la cui origine non è esclusivamente materiale, dunque l’azienda agricola deve essere in relazione con l’ambiente circostante, con la Terra intera e infine con il cosmo dei pianeti e delle costellazioni.

Relatore del ddl è stato il senatore cuneese (residente a Manta) Mino Taricco del Pd, che alle obiezioni così risponde: «Spiace leggere commenti per sentito dire, su testi magari non letti, su materie non approfondite, di uno pseudo scientismo convinto di essere unico detentore della verità... Sono e rimango convinto della necessità di studio, ricerca e sperimentazione in tutti i campi per una agricoltura sempre più compatibile e sostenibile, e meno chimicamente impattante, e questa legge va nella giusta direzione».

Ha replicato la senatrice Elena Cattaneo, farmacologa e biologa di fama: «Stiamo di fatto decretando per legge un’agricoltura “mistica” di Stato. Riguardo il tornaconto economico, non dovrebbe essere necessario ricordare come non tutto ciò che fa arricchire qualcuno sia in quanto tale meritevole di sostegno con i soldi pubblici».

Contro replica di Taricco: «Noi in questa legge ci siamo attenuti ai fatti e i fatti dicono che il 90 per cento della produzione biodinamica è legata all’export in Paesi ad alta remunerazione, come Germania, i Paesi scandinavi, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, il Giappone». Taricco ha riferito di «4500 aziende con un fatturato medio ad ettaro che supera i 13 mila euro e che, in piena pandemia, è cresciuto».

E i diretti interessati del mondo verde, come la pensano in merito?

Netta la chiusura di Confagricoltura. Dice il presidente Massimiliano Giansanti: «Equiparare a modelli scientifici un modello che non ha nulla di scientifico per noi non è possibile. Non possiamo permettercelo. Chi vuol fare biodinamico o vuole comprarlo è libero di farlo, ma lo Stato non può destinare risorse economiche ad attività produttive che non hanno nulla di scientifico».

Più sfumato il pensiero del presidente Cia Dino Scanavino: «Riteniamo che l’agricoltura biodinamica andrebbe considerata in modo distinto dalla biologica e avere un diverso livello di certificazione».

Favorevole invece la Coldiretti, che già nel 2018 ha siglato un “accordo green” con i biodinamici. Spiega il primo sindacato agricolo: «E’ un disegno di legge equilibrato, che anticipa le annunciate strategie operative da parte dell’Unione europea secondo gli indirizzi del green new deal... Nelle aziende biodinamiche si pratica un metodo produttivo il cui obiettivo è la sostenibilità. Un metodo produttivo di elevatissimo valore ambientale ed economico, la cui applicazione consente di ottenere prodotti di eccellenza qualitativa, apprezzati in ogni parte del mondo».

Parlando di «polemica del tutto speciosa», l’agronomo-patologo Duccio Caccioni nota sul magazine Agronotizie che «il biodinamico si basa, come per esempio certi tipi di disciplina medica (l'omeopatia, la medicina ayurvedica e la tradizionale cinese), su presupposti di carattere metafisico (o anche esoterico) non approvabili da chi crede fermamente nel metodo scientifico».

Proseguendo nella sua analisi Caccioni cita l’imprenditore agricolo saluzzese Carlo Lingua, che contesta con forza l’equivalenza fra biologico e biodinamico. «In agricoltura - scrive Caccioni - si deve favorire chi innova, chi segue il mercato, in altri termini: chi lavora. Con una recente e accorata telefonata l'amico Carlo Lingua, sempre aggiornato, mi racconta dei tanti sforzi e denari profusi per innovare e produrre in maniera sempre più sostenibile. Carlo come tanti altri agricoltori italiani guarda al mercato, ma anche all'ambiente e al territorio senza preclusioni ideologiche, ma sempre confidando nella miglior scienza. Questi sono gli imprenditori che bisogna seguire».

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