Quel busto del re, dimenticato nelle cantine di Casa Cavassa Zzzzz zzzzzz

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Tra le tante piccole pagine di storia che forse meriterebbero di essere riaperte, ce n’è una che giace in fondo a uno scantinato del museo di Casa Cavassa. In mezzo a vecchi armadi, documenti e suppellettili, almeno secondo quanto raccontato dal volume “Il regno di Vittorio Emanuele III” curato dallo storico Aldo Mola, si troverebbe un busto in marmo cui la storia dovrebbe offrire una seconda possibilità.

«Gettato a capofitto nelle cantine del museo di Casa Cavassa, un po’ scheggiato e qui dimenticato» giace il busto in marmo bianco del re Carlo Alberto, spiega Mola.

Il monumento, peraltro di buona fattura, era stato donato dal re stesso alla città di Saluzzo e, per oltre cento anni, aveva fatto bella mostra di sé all’interno del palazzo comunale.

Carlo Alberto, nato nel 1798, visse in Francia durante il periodo napoleonico, quindi, nel 1831, assunse la carica di Re di Sardegna.

Guidò le forze che portarono alla prima guerra di Indipendenza contro l'Austria ma, abbandonato da papa Pio IX e dal re Ferdinando II delle Due Sicilie, nel 1849 fu sconfitto e abdicò in favore del figlio Vittorio Emanuele. Morì in esilio qualche mese dopo nella città portoghese di Oporto. Il suo tentativo di liberare l'Italia settentrionale dall'Austria rappresentò il primo sforzo dei Savoia di mutare gli equilibri della penisola dettati dal Congresso di Vienna. L'opera sarà ripresa con successo dal figlio Vittorio Emanuele, che diverrà il primo re d'Italia.

Di Carlo Alberto si ricorda soprattutto lo Statuto entrato in vigore nel 1848, documento che garantiva, tra i primi esempi di costituzione in Europa. Carlo Alberto frequentò molto la nostra zona ed ebbe in Racconigi una delle sue residenze preferite.

Il suo busto restò in municipio a lungo, fino all’avvento della Repubblica nel 1946 quando, forse in un impeto iconoclasta dettato dal particolare momento storico, la statua del re venne detronizzata e messa in cantina.

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