Quel passaggio di proprietà alla diocesi decisivo per l’avvio del maxi cantiere

Quel passaggio di proprietà alla diocesi decisivo per l’avvio del maxi cantiere
Pubblicato:
Aggiornato:

L’impulso decisivo al via dei lavori di San Giovanni, attesi da anni, lo ha dato la risoluzione dell’annosa questione circa la proprietà della Chiesa, ora diventata a tutti gli effetti bene della diocesi.

La proprietà era passata nei secoli dai Domenicani (1281), a famiglie nobiliari saluzzesi in tempi Napoleonici, ai Servi di Maria, al demanio, al vescovo di Saluzzo. Il passaggio formale alla diocesi rappresentava un aspetto cruciale per l’avvio dei lavori.

Monsignor Cristiano Bodo, che aveva avuto esito positivo dall’ufficio giuridico della Cei circa il titolo formale di proprietà della Chiesa, aveva interpellato, ricevendo il loro generale assenso, gli eredi individuati delle famiglie Della Chiesa d’Isasca, della Chiesa di Benevello, Melano di Portula, Derossi e Pensa che acquistarono il convento con l’edificio sacro ad inizio ‘800, per sottrarli alla soppressione, dismettendoli poi nuovamente a favore dell’allora vescovo di Saluzzo Ferrero della Marmora.

Un passaggio però, di cui mancava la registrazione ufficiale e per il quale i discendenti interpellati dal vescovo, hanno confermato la volontà degli avi, nell’agosto del 2018.

La chiesa di San Giovanni è ora annessa alla parrocchia della Cattedrale retta dal canonico don Roberto Salomone.

«Il rinnovamento delle chiese - aveva sottolineato il vescovo di Saluzzo Cristiano Bodo - rappresenta un’opportunità per trasmettere in modo efficace alcuni contenuti essenziali della nostra identità cristiana. La cattedrale (recentemente oggetto di un imponente cantiere di pulizia e restauro) e San Giovanni rappresentano le due chiese più importanti, dal punto di vista storico, della nostra città».

Archivio notizie
Novembre 2024
L M M G V S D
 123
45678910
11121314151617
18192021222324
252627282930