Quel sorriso mancherà ai morettesi

Quel sorriso mancherà ai morettesi
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Aveva ricevuto il Premio San Giovanni nel giugno del 2018, strappando applausi ai numerosi amici accorsi per festeggiarlo sotto il tendone di piazza Castello. L’affetto che la comunità di Moretta aveva nei confronti del professor Luigi Lombardo era palpabile. Mancato a 92 anni, in tempi normali il suo funerale sarebbe stato accompagnato dall’intero paese. E invece, Luigi se ne è andato in punta di piedi, con la celebrazione delle esequie in forma privata per l’emergenza sanitaria.

LA SUA STORIA

Luigi, nato a Moretta nel 1927, aveva frequentato l’Istituto salesiano di Lombriasco durante gli anni della seconda guerra mondiale, diplomandosi perito agrario nel 1946. Giovane studente, viaggiava da Moretta a Lombriasco in tramway e molte volte anche in bicicletta su stradine sterrate di campagna per sfuggire ai rastrellamenti e bombardamenti. Dopo il diploma Luigi aveva lavorato al mulino di Moretta, per poi diventare camionista e quindi fattore presso un’azienda del Monferrato.

Nel 1973, dopo un corso integrativo di formazione all’insegnamento, era diventato professore alla scuola media di Scalenghe, lasciando successivamente la cattedra di docente per la nomina a vice-preside, incarico mantenuto fino alla pensione nel 1995.

Il prof. ha partecipato attivamente alla vita comunitaria di Moretta, dalla fondazione della San Vincenzo, a quella del gruppo Avis nel 1956 di cui ha ricoperto il ruolo di presidente per diversi anni, raggiungendo il tetto delle cento donazioni.

«Un altro servizio molto importante svolto da Luigi – ricorda Mario Piovano - è stato quello di Giudice Conciliatore. Era subentrato al cavalier Giovanni Tasca nel 1976, reggendo con grande carisma quella funzione fino alla modifica della legge del 1995 che ha sostituito i giudici conciliatori con i giudici di pace. La sua autorevolezza e credibilità sono stati determinanti per condurre sempre alla conciliazione le parti, senza necessità della sentenza».

PREMIO SAN GIOVANNI

La Pro loco di Moretta assegna dal 1991 il Premio San Giovanni a un morettese che ha saputo portare alti i colori del paese, rendendo i morettesi orgogliosi della sua concittadinanza.

«Un crogiuolo di integrazione grazie al lavoro, un esempio virtuoso di come una comunità sia in grado di integrare e insieme crescere, migliorandosi»: erano state queste le sue parole nei confronti di Moretta nel discorso di ringraziamento per l’assegnazione del premio. Si riferiva in particolare alle famiglie lombarde che negli anni ‘30 hanno raggiunto Moretta per la sua forte offerta lavorativa, seguite da sardi e siciliani negli anni ‘60 e ‘70. «Vivono a Moretta alcuni siciliani che parlano il piemontese meglio di noi»: aveva scherzato sul palco di piazza Castello.

Stimolato dalle parole di Luigi Lombardo, l’ex-sindaco Mario Piovano aveva effettuato una ricerca con la collaborazione dell’amico Angelo Dragoni e dell’anagrafe del Comune per individuare le famiglie lombarde venute a Moretta, a seguito dell’insediamento negli anni venti del caseificio e del salumificio Locatelli. Il risultato delle ricerche parla di una trentina di salumieri e casari, che hanno portato professionalità consolidate. Le loro famiglie si sono integrate perfettamente nel tessuto sociale locale. Negli stessi anni sono arrivati anche dei friulani che hanno portato la lavorazione del salame ungherese. Nel dopoguerra e fino agli anni ‘70/80, nella fase espansiva della Locatelli, è stato il momento dei siciliani e dei sardi.

IL SALUTO DI MORETTA

Il prof. Lombardo lascia i figli Antonio con la moglie Maria, Claudio con la moglie Vince, Paolo con la moglie Paola e i numerosi nipoti: Stefano, Daniele, Lorenzo, Francesca, Simone, Sara, Alberto e Lucia.

Il gruppo comunale dell’Avis di Moretta ha voluto salutare il socio fondatore con un messaggio: «Caro Luigi, siamo qui a dirti grazie perché con te ha avuto inizio la nostra avventura di solidarietà. La tua allegria contagiosa è stata un dono prezioso per tutti quelli che ti hanno conosciuto e amato. Con stima, affetto e riconoscenza».

«Per salutarlo un’ultima volta ci sarebbero state centinaia e centinaia di persone – lo ricorda con affetto un giovane morettese -: perché Luigi se lo meritava e tutti gli volevamo bene. Era una vera leggenda per Moretta, Luigi c’era da che ne abbiamo memoria: sempre sorridente, aveva la battuta pronta per ogni occasione. E’ stato uno tra i più grandi amici che abbia mai avuto. Ci mancherà».

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