Quella magia dei vecchi negozi

Quella magia dei vecchi negozi
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Tutte le volte che imbocco i portici da piazza Risorgimento e passo davanti al negozio di Monge, penso quanto questa bottega storica della città sia un gioiellino da conservare e preservare. Con le sue vetrine d’antan, in legno di noce scuro, il negozio fondato nel 1925 da nonno Giuseppe è stato poi gestito da Alberto con la moglie Marilisa sino ai giorni nostri.

Ma se loro resistono, quanti sono invece gli storici negozi di abbigliamento, stoffe, mercerie o boutique saluzzesi che oggi non ci sono più?

Uno su tutti il mitico Fassino, la cui insegna resta a imperituro ricordo sul cornicione del tetto dell’edificio di corso Italia dove ora c’è Scassa. Un’attività fondata ai primi del 900 con il nome “Al subalpino” e poi portata avanti sino al 1988 dal mitico Paolo, vecchio amico dei miei genitori, prematuramente scomparso e che mi manca sempre tantissimo.

Ma c’era anche Bruno che in quel negozio mosse i primi passi per poi aprirne uno tutto suo, ed elegantissimo, in via Silvio Pellico.

Sempre in quella strada, che fu la prima pedonale della città, in tempi più recenti sorgeva anche la famosa boutique 8011 di Manuela Aquadro che, insieme a Follies di Corso Piemonte, nei ruggenti anni ottanta era il punto di riferimento per le rampanti donne dell’epoca.

Signore della Saluzzo bene moto attente nell’acquistare sempre il capo firmato all’ultima moda, ma forse meno attente nel saldare i conti di quei quaderni su cui facevano spesso segnare la spesa ad ogni acquisto, per passare poi… magari alla calende greche.

Almeno così dicono le malelingue.

Pettegolezzi a parte, mi viene ancora in mente Mainardi, che con i suoi capi preziosi accoglieva i clienti dove oggi c’è l’Unicredit (quanti ricordi di Gigi, la sua simpatia e la sua classe innata).

Insieme a Zocca, sempre in corso Italia, e Valinotti, poco più in giù all’angolo con via Torino, fornivano le stoffe ai tanti sarti che allora caratterizzavano la nostra città.

Oggi invece, quando ai mercati e alle fiere paesane, incrocio il caro Corrado Artale che con il suo banco vende splendidi quadri e cornici, penso che fu lui a vendermi il primo paio di Levi’s da Majeans, e mi prende la malinconia di quei bei tempi andati.

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