Revello si riprende i 19 dipendenti e una “buonuscita” di 60 mila euro Tanti problemi aperti per l’Unione Monviso “orfana “ del comune più popoloso

Revello si riprende i 19 dipendenti e una “buonuscita” di 60 mila euro Tanti problemi aperti per l’Unione Monviso “orfana “ del comune più popoloso
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«Non sarà facile coprire i buchi lasciati scoperti dall’addio di Revello». Con queste parole, nell’immediata antivigilia di Natale, il presidente dell’Unione dei Comuni del Monviso Emidio Meirone ha preso atto - dopo aver approvato la “restituzione” al Comune di Revello della dotazione organica messa a disposizione dallo stesso dal 1° gennaio 2016 e composta da ben 19 dipendenti, 5 dei quali (quasi il 50% della pianta organica) addirittura responsabili del servizio - con un po’ di “tristezza” che con Revello ed il suo sindaco Daniele Mattio era davvero giunta l’ora dei saluti.

Ha sottolineato Meirone: «Senza Revello (il Comune più popoloso dell’Unione, ndr) avremo un bilancio ridotto, un peso specifico ridotto, contributi che (dipendendo anche dal numero complessivo dei residenti in essa, ndr) non saranno più così facili da ottenere ed un alto numero di dipendenti da sostituire».

In più va detto che figure in grado di sostituire Paolo Bogetti (responsabile di Patrimonio e Ambiente), Denis Cravero (responsabile della Protezione civile), Claudio Mattio (responsabile dell’Economato), Fulvio Brondino (responsabile dell’Urbanistica) e Ferdinando Boccon (comandante della Polizia locale) e i fondi necessari per pagarli, difficilmente oggi sembrano reperibili in Comuni che non siano quello di Paesana o quello di Sanfront. Tant’è.

Ci sarebbe da chiedersi che fine hanno fatto le roboanti dichiarazioni dei peones di Meirone (oggi in giunta con lui o seduti su importanti seggiole di altri enti) che - da buone cicale - hanno trascorso l’estate a ripetere in ogni dove quasi beffardamente il ritornello: «Revello se ne va? Nessun problema, anzi. Se ne vada in fretta sennò potremmo anche cacciarlo».

Così come oggi sarebbe fin troppo facile ricordare a tutti che “chi è causa del suo mal pianga se stesso” e che le cene estive al ristorante “La spiaggia” di Crissolo dove ci si è arrogati presuntuosamente il diritto di decidere per sé (e passi) ma anche per gli altri, per dire «questo sì e quello no, questo ci piace e quello no», non portano da nessuna parte. Anzi.

Così come suona tardiva l’ammissione del presidente Meirone che solo oggi - dopo aver praticato sentieri diametralmente opposti ed essersi prestato alle ambiziose ed esplicite a tutti voglie di dominio dell’Alta Valle Po - scopre testualmente che la «funzione dell’Unione è aggregante».

A fine Consiglio c’è anche stato chi ha invocato regole che vietino ai Comuni «oggi di entrare e domani di uscire» dall’Unione, con chiaro riferimento a Revello, la cui permanenza in questo carrozzone di nuova generazione capace di far rimpiangere la peggiore delle Comunità montane è durata appena 4 anni.

Va detto, a discolpa del sindaco Mattio (che peraltro non ha certo bisogno di avvocati difensori), che il 1° gennaio del 2016 l’Unione aveva un altro presidente: navigato e carismatico, appassionato, forse caratterialmente un pochino “orso”, ma sempre incline al dialogo e al confronto. Era il sindaco di Paesana, Mario Anselmo. E ogni paragone odierno rischia di essere ingeneroso.

Quasi dimenticavamo. La restituzione dei 19 dipendenti al Comune di Revello all’Unione è “costata” anche un esborso di 60.480 euro, che Revello utilizzerà per il pagamento delle indennità.

Davvero un capolavoro tattico, quella cena alla “Spiaggia”. E l’impressione è che il “bello” debba ancora venire.

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