Rina, la staffetta instancabile
Giovedì scorso è morta a Cavour, nella casa di riposo ospe dale di via Roma, Rina Arezzo, vedova Godino, 97, Cavaliere della Repubblica e staffetta partigiana.
Donna intelligente, arguta, dal carattere forte e deciso, Rina era conosciuta da tutti a Cavour. Aveva ricoperto anche la carica di consigliere provinciale dell’Anpi e per anni ha rappresentato un punto di riferimento nell’associazione partigiani del Pinerolese. Classe 1922, nata a Cavour, dove ha sempre vissuto, Rina Arezzo ha vissuto in prima linea la Resistenza durante la seconda guerra mondiale.
Nel 1943 ai piedi della Rocca, attorno alla villa di Antonio Giolitti, nasceva uno dei primi movimenti partigiani del Nord Italia. Dopo l’agguato ai tedeschi del dicembre 1943 e la rappresaglia culminata con l’uccisione di Alfredo Sforzini, i tedeschi decidono di fare di Cavour un presidio nazista, fissando in municipio e nell’ex filanda Bruno di via Gioberti il loro comando.
Sono mesi difficili per il paese, e i controlli nazisti sono frequenti e continui, con pattugliamenti e rastrellamenti lungo le principali arterie. I nazisti, per prevenire rappresaglie partigiane, detengono sistematicamente degli ostaggi nel centro di comando, minacciando ritorsioni in caso di attacchi da parte di truppe partigiane. Nonostante l’alto rischio, Rina Arezzo entra tra le file partigiane nel giugno del 1944. Viene aggregata alla 105ª Brigata Garibaldi assumendo la qualifica di staffetta.
Dall’11 agosto dello steso anno, fino al 7 giugno 1945, dopo la Liberazione, assume la qualifica gerarchica di sergente comandante di nucleo, partecipando attivamente alle operazioni di guerra svoltesi sul territorio.
Quando il comando del presidio di Cavour passerà dai tedeschi alle brigate nere, nel marzo 1945, i fascisti tenteranno più volte di spingersi nei territori di Barge e Bagnolo, sempre respinti con coraggio e determinazione dalla resistenza della 105a Brigata Garibaldi.
Nel 1976 il distretto militare di Torino attribuì a Rina Arezzo i benefici di guerra previsti a favore dei combattenti.
«Rina Arezzo - ricorda lo storico Franco Allochis - mantenne un ruolo attivo nell’Anpi fino a quando le condizioni di salute glielo permisero. Era una donna dal carattere straordinario. Anche negli ultimi tempi, nonostante le precarie condizioni di salute, aveva mantenuto una mente lucida. Ogni volta che andavo a trovarla in casa di riposo mi chiedeva di cantare con lei alcune strofe di canzoni partigiane».
Nell’impossibilità di poter celebrare il funerale, Rina Arezzo è stata salutata con un rito funebre in forma strettamente privata venerdì pomeriggio, tra l’affetto delle figlie Wanda e Marisa.
Il sindaco di Cavour, Sergio Paschetta, ha già preannunciato che il prossimo 25 aprile, giorno della Liberazione, potrà essere l’occasione per rendere degnamente onore ad una delle figure chiave della Resistenza cavourese.