Riparte l’attività di ristorazione
In Piemonte il già lungo stop a bar e ristornati si è prorogato di una settimana rispetto ad altre regioni, permettendo così ai clienti di sedersi ai tavolini per consumare cibi e bevande solamente a partire da sabato 23 maggio.
Nella prima settimana è stato possibile constatare come i cittadini, stanchi delle restrizioni, abbiano apprezzato ritrovarsi nei dehors dei bar per scambiare qualche chiacchierata con i propri amici.
PARLA SERGIO PRIOTTI
«Nel primo periodo - spiega Sergio Priotti della caffetteria e pasticceria Bagnolese - con il solo asporto, il lavoro era veramente scarso: in media preparavo una decina di caffè al giorno, cifra che non mi consentiva nemmeno di pagare la luce consumata dalla macchina del caffè. La Festa della Mamma mi ha permesso di ricavare maggiori introiti con la pasticceria, ma ciò nonostante l’incasso è stato circa il 70 per cento in meno rispetto ai tempi normali. Dal momento che i bar sono ripartiti si è avvertito un incremento delle vendite, anche se continuo a chiedermi se sia attualmente lecita la sistemazione di sole due persone, non appartenenti allo stesso nucleo familiare, per ogni singolo tavolino».
«Purtroppo ci sono ancora troppe persone spaventate, ma per fortuna sono tutti attenti a rispettare le distanze di sicurezza e a indossare la mascherina all’interno del locale. Il barista ha il compito di fornire alla clientela tovaglioli e bustine di zucchero per garantire sicurezza».
«Per quanto riguarda la gelateria al momento utilizzo solo coppette di plastica e non fornisco ancora i coni. All’apertura preparavo sei giusti con vaschette dimezzate poiché avevo poche richieste, ma a oggi questi sono saliti a 14. Non dovessi lavorare in laboratorio, posto che il lavoro è molto diminuito, potrei rimanere al banco e servire i clienti senza assumere personale. Confido nell’aiuto da parte del governo per una proficua ripartenza e mi auguro che lo stesso smetta di creare terrorismo».
LA VOCE DI ROMANO VANZIN
«Stiamo lavorando bene - precisa Romano Vanzin del “Caffè Roma 1771” di Barge - sia con l’aperitivo che con le colazioni mattutine, mentre scarseggiano le richieste per il pranzo. La clientela è ritornata praticamente tutta e siamo quasi a regime rispetto a prima. Il lavoro non è molto agevole, sono aumentate le mansioni tra cui la sanificazione dei tavoli e la consegna dei tovaglioli agli acquirenti; attualmente non offriamo la possibilità di consultare i giornali. La maggior parte dei consumatori rispetta le distanze interpersonali, anche se qualcuno che sgarra non manca mai. Nelle ore di punta non è semplice svolgere l’attività di controllo, ma fortunatamente non sono ci sono stati episodi disdicevoli».
«Tutte queste restrizioni sono diventate anacronistiche, ci vorrebbe più libertà - continua la famiglia Vanzin -. Le mascherine non ci consentono di scambiare quel piacevole sorriso empatico con le persone che ormai da mesi non vedevamo. Il bar, oltre che con entusiasmo, è ripartito con una specialità: il Gin marchiato “Caffè Roma 1771”, che sta ottenendo un notevole successo. Vi aspettiamo per assaggiarlo e per scoprire quali botaniche abbiamo infuso per creare il nostro Gin».