«Ristoranti e banchetti sono un luogo sicuro» GIovanni genovesio, titolare della posta

«Ristoranti e banchetti sono un luogo sicuro» GIovanni genovesio, titolare della posta
Pubblicato:
Aggiornato:

Alla Locanda La Morra, splendido cascinale trasformato in location per cerimonie e banchetti, nella campagna cavourese, sono in corso gli ultimi lavori in vista della riapertura del 15 giugno. Giovanni Genovesio, ristoratore, ultimo imprenditore della famiglia Genovesio, che da decine di anni gestisce la Locanda La Posta a Cavour e ora anche la tenuta La Morra, è presidente regionale dell’Unione agroalimentare di Cna. Attende con impazienza la riapertura

«In questi mesi la categoria ha subito l’onda della pandemia, in maniera responsabile, stringendo i denti in attesa della ripartenza. Abbiamo visto tante cose che non andavano bene, evidenti distorsioni tra le categorie produttive. Abbiamo protestato per evidenziare questa situazione, ma sempre responsabilmente. Adesso tocca finalmente a noi ripartire. Siamo fiduciosi, la situazione sanitaria generale ci mette nella condizione di lavorare con relativa tranquillità».

Il mondo legato a banchetti e cerimonie può tirare un sospiro di sollievo?

«Per quanto riguarda la banchettistica, tutta la categoria confida nel fatto che una vaccinazione, che ora va a tamburo battente, produca effetti benefici permanenti. Il desiderio è che il fenomeno sia irreversibile. Nessuno può più permettersi un altro lockdown. Torneranno di moda anche picnic ed eventi, e noi siamo pronti a tornare in pista».

Perché questa fiducia?

«La categoria dei ristoratori è stata la prima a recepire gli accorgimenti come distanziamento, la sanificazione, le regole di prevenzione. Abbiamo chiuso le sale, spostato i tavoli a un metro, poi a un metro e mezzo, approntato dehors, messo in sicurezza le cucine e le sale. Nonostante questo, siamo stati additati come una delle cause della diffusione del contagio, eppure, anche dopo la chiusura dei ristoranti, i numeri non sono cambiati. La ristorazione è sicura, ora la gente l’ha capito».

I problemi però non mancano.

«Siamo fermi da marzo. Non possiamo permetterci altri passi falsi. Gli ultimi provvedimenti legati alla ristorazione nei dehors, da noi non possono funzionare. Impensabile pensare di lavorare una stagione all’aperto. Le serate “buone” si contano sulla punta delle dita. L’unica soluzione è quella di riaprire le sale. Il 1° giugno sarà il momento in cui potremo finalmente rimetterci seriamente al lavoro. Il lavoro c’è, ma devono lasciarci lavorare».

Quanto ha pesato questa pandemia sul settore?

«Una recente indagine non lascia dubbi sulla gravità della situazione. 562 chiusure a Torino e 32 mila a livello nazionale nel nostro settore. Ma occorre tenere conto dell’intera filiera, che qui non viene conteggiata: dai camerieri ai produttori fino alle lavanderie. Il danno è stato gravissimo».

Guardando in casa, cosa si aspetta per la Locanda La Posta?

«Sono stati mesi difficili, ma abbiamo una clientela affezionata che ci permette di guardare con speranza al futuro. Non mi piace piangere sul latte versato, ma preferisco guardare al futuro. E vedo che abbiamo un calendario molto fitto di ricevimenti e banchetti che, mi auguro, si possano finalmente realizzare. Ripeto, lasciateci lavorare, sappiamo farlo in sicurezza».

Archivio notizie
Gennaio 2025
L M M G V S D
 12345
6789101112
13141516171819
20212223242526
2728293031