SALUZZO, TUTTO SOSPESO In quarantena fino al 3 aprile
Centro cittadino vuoto, traffico scarso in città, poche macchine sulle statali. Occorre abituarsi, perché sarà così fino (almeno) al 3 aprile. Siamo in zona arancione, come il resto dell’Italia. Ma non siamo in guerra, anche se occorre ricalibrare il nostro stile di vita alle nuove necessità, per combattere un nemico invisibile (il Covid 19) in grado di uccidere.
L’estendersi dell’epidemia di coronavirus (martedì, in Italia, i casi accertati sfioravano i 10 mila, oltre 450 i morti, 750 i guariti) ha spinto il governo a estendere a tutto il Paese le misure già previste per le aree arancione: ci si potrà spostare solo «per comprovati motivi di salute e di lavoro» compilando il modulo per l’autocertificazione. Anche lezioni scolastiche e gare sportive, Serie A inclusa, sono sospese fino al 3 aprile.
Ci sono, però, alcuni buoni segnali: il numero di nuovi casi in Cina è decisamente in calo; in Italia il «paziente 1» di Codogno, sta meglio: è stato trasferito dalla terapia intensiva a quella sub-intensiva.
LE NUOVE MISUREEcco nello specifico cosa prevedono le misure del nuovo decreto.
Tutta l’Italia è definita «zona di sicurezza» fino al 3 aprile per tentare di fermare la corsa del virus. Non si può lasciare casa: il decreto parla esplicitamente di “divieto di spostamento” se non per «comprovati motivi di lavoro» oppure «gravi esigenze familiari o sanitarie».
Sono vietati tutti gli spostamenti e chi ha necessità di uscire di casa deve giustificarlo. Chi deve fare sempre lo stesso spostamento può utilizzare un unico modulo specificando che si tratta di un impegno a cadenza fissa. La stessa modalità vale anche per chi ha esigenze familiari che si ripetono quotidianamente oppure a scadenze fisse. Se si viene fermati si può fare una dichiarazione verbale che le forze dell’ordine trascriveranno ma sulla quale potranno fare verifiche anche successive. Le sanzioni possono arrivare a 206 euro.
Uscire per andare a lavorare si può: basta scriverlo nell’autocertificazione. Bisogna dimostrare le esigenze che non consentono lo smart working o che, per il proprio ruolo, è materialmente impossibile evitare la presenza fisica in azienda. Il governo scrive anche che «è comunque consigliato lavorare a distanza, ove possibile, o prendere ferie o congedi».
Si può uscire per assistere un familiare malato oppure per andare a riprendere i figli in caso di separazione.
Ci si può muovere, ma per le motivazioni indicate dal decreto e seguendo le indicazioni fornite qui. Insomma: se occorre andare a fare la spesa nel comune vicino, si può fare, portando con sé l’autocertificazione.
Si può uscire per andare dal medico, fare analisi ed altri esami diagnostici, controlli. Ripetiamo però che, nel caso in cui si temesse di aver contratto il virus, non bisogna in nessun caso andare al pronto soccorso: bisogna chiamare i numeri verdi regionali (per il Piemonte è 800.19.20.20). Non solo: chi ha 37,5 di febbre non deve uscire di casa.
Si può uscire per fare la spesa per i prodotti alimentari, ma anche per tutti gli altri prodotti: in questo secondo caso, solo in caso di necessità. I negozi sono aperti e dunque qualsiasi compera è consentita.
Si può andare al parco e fare sport all’aperto, come un giro in bici, ma no a corse e giri in bici di gruppo. L’appello è a minimizzare i contatti sociali, e l’intero decreto si compendia nella frase: «Io resto a casa». I bar sono aperti tutti i giorni, ma solo fino alle 18. L’attività può comunque proseguire negli orari di chiusura al pubblico mediante consegne a domicilio.
Scuole, musei, teatri e cinema sono chiusi, in tutta Italia, fino al 3 aprile. Si ferma anche lo sport e chiudono le stazioni sciistiche.
Vietati tutti gli spostamenti per motivi di turismo.
I trasporti pubblici funzionano regolarmente.