San Giovanni, i Servi di Maria bocciano i matrimoni nella “Cappella Cavassa”

San Giovanni, i Servi di Maria bocciano i matrimoni nella “Cappella Cavassa”
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Il primo matrimonio, con rito civile, dopo la quarantena sanitaria, è stato celebrato la scorsa settimana in municipio a Saluzzo. Un piccolo segnale di ritorno alla quotidianità. Il Comune di Saluzzo, a febbraio, poche settimane prima dell’emergenza coronavirus, aveva adottato una delibera per ampliare le location dedicate ai matrimoni. Nei giorni scorsi però ha dovuto intervenire con una modifica in seguito ad una richiesta dei Servi di maria.

Fino allo scorso anno promettersi il fatidico “sì” da promessi sposi a Saluzzo era possibile solo in chiesa; l’alternativa, per la verità poco affascinante, era quella proposta dal Comune di Saluzzo di scegliere la sala di rappresentanza del municipio, oppure l’austera Castiglia, indicata qualche anno fa come una sede decentrata in cui ospitare i matrimoni con rito civile.

Il “catalogo” delle location per il “giorno più bello della vita” si era ampliato a febbraio con l’aggiunta di due nuovi siti: aveva inserito nella lista il complesso monumentale di San Giovanni e lo splendido parco di Villa Belvedere Radicati.

Come richiamato anche nella delibera di giunta approvata dall’amministrazione, “la circolare del Ministero dell’Interno del 7 giugno 2007, chiarisce che la celebrazione del matrimonio civile può essere effettuata anche nei giardini che costituiscano “pertinenza” dell’edificio dove ha sede la casa comunale o in una sala esterna purché di proprietà comunale”; inoltre la stessa delibera richiamava la sentenza del Consiglio di Stato che “evidenzia come nella sensibilità collettiva la celebrazione del matrimonio sia ormai avvertita come una vicenda non necessariamente intima o sacrale ma anche mondana e quindi tale da sottrarsi al rigido cerimoniale previsto dalla tradizione”.

Così Saluzzo aveva indicato quali nuove location il chiostro di San Giovanni con la relativa sala capitolare e la cappella Cavassa con le annesse pertinenze e Villa Belvedere Radicati con le sale al piano terra e al primo piano e il relativo parco.

Ma a stretto giro di posta sono arrivate le osservazioni da parte del legale rappresentante della Provincia Piemontese dell’Ordine dei Servi di Maria, l’ordine religioso che, fino alla cessione della chiesa alla diocesi, gestiva San Giovanni. In seguito alle puntualizzazioni dei Servi di Maria il Comune ha deciso di togliere dall’elenco delle location la “sacra” Cappella Cavassa. Restano, invece, chiostro e sala capitolare.

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