Sarà un’estate tutta da prenotare

Sarà un’estate tutta da prenotare
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Crissolo guarda ai mesi estivi con un grande punto interrogativo relativo alle norme, non ancora chiare, per la gestione dei flussi turistici, le restrizioni per i titolari di seconde case e gli accessi ai servizi.

Finora il sindaco Fabrizio Re ha potuto svolgere il ruolo dello “sceriffo”, vigilando durante la prima fase del blocco sugli accessi alle case di villeggiatura (vietati) per evitare la diffusione del contagio.

Ma l’aria sta cambiando e, in vista della bella stagione, da ogni parte arrivano inviti espliciti a fare le vacanze nel nostro Paese e a prediligere la montagna in virtù degli spazi aperti a disposizione.

La questione non è, però, così banale. Perché anche in montagna, mantenendo le norme di distanziamento, si raggiungerà facilmente la saturazione e gli esercizi commerciali, normalmente di piccole dimensioni e particolarmente affollati in alta stagione, cercano risposte su come coniugare le esigenze di sicurezza alla ripartenza degli affari.

Sindaco Fabrizio Re, come sono stati questi due mesi da “vigilante”?

«La popolazione ha risposto bene e, salvo qualche episodio, anche i titolari di seconde case hanno rispettato le norme. Qualcuno ha provato con varie scuse, dal garage rimasto aperto al formaggio dimenticato nel frigorifero, a forzare la mano, ma si tratta di casi isolati».

Ora cambia tutto…

«Sì, e non abbiamo direttive su come comportarci. Il nostro è un paese con 100 residenti, che può arrivare ad ospitare tranquillamente 2500 persone. Ai Mercatini di Natale si sono superate le 3 mila presenze: occasione in cui si cammina gomito a gomito. Vorrei capire per quest’estate quante persone posso ospitare e come posso garantire controlli e comminare eventuali sanzioni. Vorremmo accogliere tutti, ma occorre avere delle direttive dall’alto».

Ha già fatto i conti?

«50 residenti effettivi, 1000 titolari di seconde case, 1000 posti parcheggio auto, che potenzialmente portano fino a 2500/3000 persone. Già questo numero di turisti, inferiore rispetto alle medie estive, potrebbe essere considerato eccessivo rispetto alle ipotizzate norme di prevenzione».

C’è poi tutta la “partita” di negozi, alberghi e ristoranti.

«Sì. Un settore bloccato che potrà ripartire solo cambiando le regole. E il Comune deve fare la propria parte. Su questo tema abbiamo in mente un progetto, totalmente sperimentale e da affinare, ma che reputo l’unica soluzione possibile».

Ovvero?

«Ricavare spazi pubblici, anche da piazze e parcheggi, per ampliare l’area di attività dell’esercizio. Il ristorante metterà tavolini all’esterno, il bar farà servizio open air, il b&b avrà 3 o 4 posti-auto dedicati ai propri clienti».

Tutto questo necessita di contingentare gli ingressi, però.

«Sì. È un piano che prevede la collaborazione con la ricettività e gli stessi turisti. E può funzionare solo immaginando un sistema di prenotazione condiviso. Il Comune settimanalmente dedicherà spazi ad hoc (posteggi auto, dehors) in funzione delle richieste».

Ed entra solo chi si prenota?

«Sia chiaro, non vogliamo mandare via nessuno, ma anzi trovare un sistema per accogliere tutti. A regime i turisti entrano nell’ottica di riservare i posti in tempo utile, gli esercenti comunicano in munipio le prenotazioni e noi andiamo ad alzare o abbassare, in funzione dei numeri previsti, la soglia di posti “liberi” per il turismo giornaliero».

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