«Scarnafigi e Mussolini, la memoria mal intesa»

«Scarnafigi e Mussolini, la memoria mal intesa»
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Egregio direttore,

il 9 settembre 2020, giorno di lutto per la morte di Amos Luzzatto e vigilia del compleanno della senatrice Liliana Segre, abbiamo assistito sgomenti all’inizio dei lavori di restauro di un vestigio del ventennio fascista che ancora macchiava, quasi illeggibile per fortuna, una delle vie di accesso al paese; lavori incredibilmente disposti dal Sindaco!

Trattasi dell’insegna che riporta le seguente frase “Camminare, costruire, e se necessario combattere e vincere” ed il suo autore, Mussolini, la cui firma fa ora mostra di sé ben visibile, mentre prima era quasi cancellata dal tempo.

A restauro avviato il Sindaco, a mezzo stampa, ha giustificato l’iniziativa ricordando che la scritta è tutelata dalla Soprintendenza, ma non interessa qui sindacare sulla liceità dell’iniziativa. Questa è altra cosa ed altra questione.

Interessa invece l’invocata, dal Sindaco, salvaguardia della memoria storica.

Intento lodevole, ma assai mal inteso: quel che infatti si dovrebbe ricordare, del fascismo, sono l’assassinio di Matteotti, i gas usati in Etiopia, le leggi razziali, la proditoria aggressione della Francia nel ’40, l’assassinio di civili inermi nel buio periodo della R.S.I., e le tante altre colpe che hanno condotto il popolo italiano a distruggerne i simboli pubblici dopo il 25 luglio del ’43. Chi non ricorda l’abbattimento dei fasci e delle statue di Mussolini?

Questo è ciò che aveva in mente Primo Levi quando scriveva «Meditate che questo è stato: vi comando queste parole». I roboanti slogan della breve ed infausta stagione trionfante del fascismo, come quello che è stato oggi purtroppo rinnovato, dovrebbero invece essere sepolti nella memoria, non dimenticati, ma ricordati nell’intimo come simboli della colpa che per sempre segnerà gli italiani che li gridarono o silenti li ascoltarono, lasciando condurre la Nazione alla dittatura ed alla guerra.

Oggi invece sono tornati ben visibili e questo certo non giova all’ immagine dei cittadini di Scarnafigi visto che il loro rappresentante istituzionale ha compiuto tale atto. Che almeno si sappia che molti di essi esecrano tutto ciò.

Fortunatamente il Sindaco svela l’intento dell’iniziativa di restauro come “monito per non ripetere gli errori del passato”. Tale finalità ci conforta e ci rassicura nella condivisione della medesima aspirazione.

Resta il fatto che tale scritta a caratteri cubitali cosi ben rinfrescata e restaurata ad uno degli ingressi del paese si staglia, non tanto come monito, quanto piuttosto come una di quelle, purtroppo sempre più frequenti, evocazioni del fascismo e qualifica Scarnafigi come un paese di nostalgici del “ventennio”.

Per rendere credibile e far comprendere che, al contrario, trattasi di un monito è necessario almeno un manifesto stabile di pari evidenza che raffiguri le nefandezze a firma dello stesso “Mussolini” con l’esplicazione «acciocché tutto ciò non abbia a ripetersi».

Nando Arnolfo, Sara Arnolfo, Agostino

Bigliuti, Germana Chiauzza, Federica Cravero,

Chiaffredo Ceirano, Chiara Ceirano, Luciano

Colombini, Pietro Gastaldi, Lorenzo Gaveglio,

Mario Lovera, Laura Magliocco,

Massimo Magliocco, Paolo Persico, Caterina

Quaglia, Carla Rabbia, Marisa Rabbia,

Carlo Rubbiolo, Elena Scotta, Luisa Scotta,

Nico Testa, Fabrizio Torcellan

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