Scoprire le cause: task force al lavoro
La task force cui partecipa Agrion è dunque al lavoro. Come è noto, ad oggi la ricerca scientifica sulle cause di questa fisiopatia non ha ancora portato a risultati certi. Tuttavia, dagli studi realizzati, si ritiene che la componente climatica rappresenti un fattore scatenante di primaria importanza. Infatti, l’actinidia presenta una sensibilità radicale e vascolare marcata e sta subendo danni irreversibili a causa delle mutazioni climatiche in atto.
Per questo motivo si parla di una sindrome multifattoriale in quanto sono coinvolti 4 diversi fattori: ambiente - suolo - pianta - microrganismi patogeni.
La comparsa dei sintomi avviene sempre allo stesso modo. Da giugno in poi, le temperature estive e l’irraggiamento solare tendono a mandare la pianta in stress bloccandone il normale funzionamento fisiologico. Gli apparati radicali già in buona parte compromessi dall’asfissia presente a livello di suolo non riescono più ad assorbire acqua e nutrienti e in breve tempo si osserva l’appassimento della chioma sino ad arrivare a fine stagione al completo disseccamento.
Eventuali patogeni già presenti nel suolo attaccano le radici già indebolite dalla mancanza di ossigeno. Il Settore Fitosanitario regionale ha inoltre escluso la presenza di nematodi, praticamente mai riscontrati negli actinidieti colpiti.
La manifestazione dei sintomi è ormai trasversale sul territorio, su tutti i tipi di suolo, dal più limoso a quello sabbioso. Solo alcuni areali collinari non presentano sintomi così evidenti anche se actinidieti sani sono ben rari.
Per quanto riguarda l’irrigazione non è stata evidenziata una correlazione stretta con la comparsa della malattia. Rappresenta un aggravante che dà il colpo di grazia alle piante quando queste presentano i primi sintomi ma non può essere considerato il solo fattore scatenante. E’ stato osservato che l’irrigazione sovrachioma e le reti antigrandine sono in grado di limitare gli stress evapotraspirativi estivi e in questi casi le piante soffrono meno.