«Si specula sulla razza Piemontese»
Diventa critica la situazione per gli allevatori della razza bovina Piemontese: la carne è pagata a prezzi troppo bassi e molti capi non vengono più ritirati. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti Piemonte per denunciare quanto sta avvenendo nel comparto.
Osserva il presidente della Coldiretti regionale Roberto Moncaldo: «Stiamo parlando della razza storica più famosa: il Piemonte detiene il primato italiano nella valorizzazione delle carni da razze storiche italiane e la zootecnia riveste un ruolo di grande importanza per il tessuto economico regionale. La Piemontese, infatti, con oltre 315 mila capi e un fatturato che arriva a 500 milioni di euro, rappresenta la principale razza da carne, oltre a essere la prima razza autoctona a livello nazionale per numero di capi allevati, raggiungendo il 50% del patrimonio delle razze autoctone italiane da carne».
Accusa Moncalvo: «Non è ammissibile questa situazione che, sicuramente, deriva anche da un periodo difficile causato dalla pandemia che ha messo in crisi questo ed altri settori dell’agricoltura piemontese, ma che è frutto di una speculazione inaccettabile da parte dei macelli e dalla Gdo. Proprio quest’ultima dice di voler valorizzare il prodotto italiano, ma nei fatti, ancora troppo spesso, si trova sugli scaffali carne straniera di capi nati ed allevati in altri Paesi. Motivo per cui - prosegue Moncalvo - è fondamentale che i consumatori, per compiere una vera scelta consapevole, leggano attentamente l’etichetta dei prodotti che acquistano da portare in tavola».
Aggiunge il delegato confederale Bruno Rivarossa: «Non possiamo dimenticare che si tratta di una razza che ha ottenuto l’Igp per il Vitellone Piemontese dalla Coscia e che testimonia una tradizione alimentare unica, oltre a tutelare un grande patrimonio dal punto di vista della biodiversità, dell’ambiente e dell’economia. Per cui è necessario valorizzarla: tutta la filiera deve rendersi conto che rappresenta un fiore all’occhiello per la nostra regione».