Spariti i furbetti della corsa

Spariti i furbetti della corsa
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Mi guardo intorno, ma non vedo più tutta quella gente che durante il periodo di lockdown correva forsennata su e giù per la città. Atleti improvvisati da emergenza Covid che sembravano non poter proprio stare senza la loro uscita quotidiana.

“Podisti della domenica” che ogni giorno con la lingua di fuori tentavano goffamente la salita di San Bernardino, manco fosse l’Everest.

Dove sono finiti tutti quei novelli Damilano?

Non è che molti di quelli che ad aprile vedevamo in giro per Saluzzo vestiti da ginnasti, non erano poi così appassionati sportivi? E che tutta questa voglia di correre in realtà non fosse altro che una scusa all’italiana pur di uscire di casa in barba a tutte le normative?

Oppure, volete dirmi che, ora che hanno riaperto le palestre, quegli impavidi in pantaloncini e maglietta siano semplicemente finiti tutti in tuta da ginnastica tra quelle quattro mura? Proprio loro cui le mura sembravano andare tanto strette all’epoca degli “arresti domiciliari” imposti dall’emergenza sanitaria!

Se così non fosse vorrebbe dire che la loro inderogabile smania di corsa sarebbe stata solo una grande presa in giro per tutti noi che quelle regole invece le abbiamo rispettate per due mesi e che, chiusi dietro le nostre finestre, li vedevamo scorrazzare impuniti per la città, solo perché indossavano un paio di scarpe da ginnastica.

Temo proprio che avessi ragione io quando qualche tempo fa osai attaccarli in una mia rubrica che tanto clamore e critiche ha suscitato in alcuni lettori, perché mi sa che molti di quelli là, più che accaniti sportivi, erano solo i soliti “furbetti”.

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