Stazioni sciistiche di rinvio in rinvio Gli operatori: o si apre o salta tutto

Stazioni sciistiche di rinvio in rinvio Gli operatori: o si apre o salta tutto
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In attesa del nuovo decreto atteso per il 15 gennaio, persiste tanta incertezza sulla riapertura degli impianti da sci, prevista prima per il 7 e successivamente slittata al 18 gennaio.

Vista la situazione epidemiologica e il leggero ma costante aumento dei contagi nei giorni scorsi, l'ipotesi che si sta facendo strada nelle ultime ore è quella di un ulteriore rinvio. Se anche gli impianti riaprissero come annunciato giorni fa ma rimanesse il blocco fra le regioni, le possibilità di veder decollare una stagione, già inevitabilmente compromessa, sfumerebbero.

Inoltre, resta il nodo dei punti di ristoro (rifugi, bar e ristoranti), che per tutta una serie di motivi e difficoltà opeative risulta difficilmente risolvibile.

La delusione tra gli operatori delle nostre valli è palpabile. A Pontechianale e Sampeyre in valle Varaita così come a Crissolo e Pian Munè in valle Po tutto è pronto: le piste – innevate come non succedeva da anni - sono state battute e pronte all’uso ma non fruibili da sciatori che, impazienti, attendono di poterle utilizzare.

A farsi interprete di questo disagio l’ex parlamentare Giorgio Merlo, sindaco di Pragelato e assessore alla comunicazione dell'Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea.

«La sbandierata riapertura degli impianti di risalita per il prossimo 18 gennaio appartiene più al mondo degli auspici che non a quello della realtà. É necessario – afferma Merlo -, per la sempre più remota possibilità di riapertura, intervenire con rapidità per definire la cifra dei potenziali ristori».

L’economia della montagna, privata dei mancati introiti delle festività natalizie, è al collasso su tutto l’arco alpino: centinaia di piccole e medie aziende sono di fronte ad una crisi che, avanti di questo passo, rischia infatti di diventare irreversibile.

Anche l’Uncem, l’Unione dei Comuni Montani, evidenziando i mancati ristori, sollecita Governo e Regioni a prestare attenzione alla filiera economica e produttiva, entrata in un vicolo cieco e rispetto alla quale non si vedono al momento vie d’uscite.

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