Stop forzato alla Boma
Sciopero di otto ore, giovedì mattina, per i lavoratori della Bo.Ma Uno di Murello, stabilimento specializzato nella produzione di ingranaggi metallici per aziende del settore auto e truck che dà lavoro a circa 80 operai.
Oggetto delle frizioni, che si trascinano da alcune settimane, è il mancato rinnovo del premio di risultato, un pacchetto di benefici economici e normativi riconosciuti ai lavoratori da oltre trent’anni.
«Di punto in bianco - spiega Corrado Denaro, della Fiom Cigil - i vertici aziendali hanno comunicato che dal 2021 verrà cancellato il Pdr. Per gli operai significa un taglio lordo di tremila euro annui sulle buste paga, oltre alla perdita di una serie di diritti come la maggiorazione del compenso sulle ore di straordinario del sabato, o vantaggi per chi lavora nel turno di notte. Il tutto senza un motivo apparente, perché la produzione non ha subito cali, le commesse non mancano, la fabbrica ha mantenuto la produzione al cento per cento, anche in questo difficile 2020».
L’adesione allo sciopero è stata pressoché totale.
Luigi Orillo, rappresentante interno dei sindacati, aggiunge: «Il 20 ottobre scorso la proprietà ha comunicato ai sindacati, con un raccomandata, la decisione di non rinnovare il premio di risultato per il 2021. In questa fabbrica non è mai venuto meno il dialogo tra la famiglia Miniotti e il personale. Questa mancanza di confronto ci ha ferito. Chiediamo l’apertura di un tavolo di confronto».
L’amministratore unico della Bo.Ma, Umberto Miniotti replica: «Non c’è preclusione alla condivisione di un percorso coerente con gli obiettivi con operai e sindacati. C’era già a settembre, quando in seguito alla disdetta del Premio comunicata dall’azienda (comunicazione peraltro legittima), era stato convocato un incontro. Lo stesso è stato però abbandonato dalle Rsu che hanno subordinato la continuazione della trattativa alla disdetta del provvedimento. Resta ferma l’intenzione dell’azienda di condividere un percorso che possa portare a un accordo sul premio di risultato. Ma quest’ultimo deve essere necessariamente caratterizzato da obiettivi funzionali ed efficaci, fondati su criteri capaci di generare risultati realistici ed incisivi, adeguati ad un contesto produttivo ed organizzativo in continua evoluzione. L’obiettivo non è rimuovere il premio di risultato ma la ricerca di una soluzione necessaria e migliorativa in termini di criteri di determinazione dello stesso e, in tal senso, non c’è alcuna preclusione alla condivisione di un percorso. L’azienda, compatibilmente con le possibilità organizzative ed economiche - osserva Miniotti -, ha storicamente messo in atto ogni volontà nel sostenere le esigenze delle maestranze e, fattivamente, nonostante il periodo emergenziale in corso, ha sempre anticipato il trattamento di cassa integrazione. Quindi, anche in questa circostanza, non c’è alcuna intenzione di penalizzare i lavoratori».