Su le serrande e protesta a barge e bagnolo per negozi e bar ancora chiusi I commercianti consegnano le chiavi delle attività «Fateci lavorare, siamo pronti a partire in sicurezza»

Su le serrande e protesta a barge e bagnolo per negozi e bar ancora chiusi I commercianti consegnano le chiavi delle attività «Fateci lavorare, siamo pronti a partire in sicurezza»
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Nella mattinata di domenica 3 maggio, i commercianti e gli artigiani di Bagnolo e di Barge hanno protestato contro il nuovo decreto, che non consente la riapertura di alcune attività. Intorno alle 11,30 ogni negoziante ha alzato le serrande e acceso le luci per poi recarsi a mezzogiorno davanti ai rispettivi palazzi comunali per consegnare le chiavi dei locali ai sindaci Fabio Bruno Franco e Piera Comba. DIRITTO AL LAVORO NEGATO

«Chiediamo al Governo e alla Regione - scrive l’associazione dei commercianti e degli artigiani Aica di Barge - di poter riaprire le nostre botteghe, rimaste forzatamente chiuse due mesi. In questo periodo è stato negato il diritto al lavoro con conseguente mancato incasso nonostante la permanenza delle normali spese e dei problemi di gestione economica non indifferenti. È dunque necessario adottare provvedimenti urgenti per consentire la riapertura anticipata, pur nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza, di tutte le attività, ivi incluse quelle che dovrebbero ripartire a giugno. Un ritorno alla normalità è possibile solo se le attività di vicinato sopravvivono a quella che si sta rivelando essere la più grande crisi socio-economica del dopoguerra».

Concludono affermando: «Senza salute non c’è economia, ma un Paese senza economia non ha possibilità di vivere in buona salute».

PARRUCCHIERE ED ESTETISTE

«Siamo molto dispiaciute di non poter ancora aprire - dicono Stefania Sarno di “Perfetto Acconciature” ed Erika Depetris di “Sorgente di Benessere” di Barge - in quanto, come attività, anche in condizioni normali, garantiamo massima sicurezza e pulizia. Con il diffondersi della pandemia, ci siamo attrezzate per tutelare ulteriormente la salute delle persone. Siamo disposte ad aumentare le ore lavorative per permettere l’accoglienza di un cliente per volta».

SETTORE CASALINGHI

«Abbiamo rispettato quanto lo Stato ci ha imposto - evidenzia Luisa Gosso di Orizzonti Bagnolo -, ma come sempre dobbiamo aggiustarci da soli: in due mesi di blocco totale non abbiamo ricevuto nessun aiuto. Comuni, Province, Regioni e Stato si limitano a parlare e parlare, ma la concretezza dei fatti è pari a zero! Gli aiuti, in fondo, sono sempre le nostre braccia. Dire che sono delusa è nulla».

I BAR

«Il take-away (l’asporto) - precisa Gabriella Marando del bar Persico e dello Stilnovo Caffè di Bagnolo –, è attualmente quasi ingestibile; in ogni caso, ci provo a favore della comunità. A livello commerciale sicuramente mancheranno introiti sufficienti. Nel prossimo futuro, quando potremo finalmente riaprire, sarà comunque molto difficile per una realtà di un paese piccolo come il nostro. Avremo a disposizione spazi aperti, ma incassi dimezzati. Per questo, come commercianti, chiediamo l’azzeramento delle imposte comunali per poter affrontare le spese che dovremo sostenere, che non sono poche. L’asporto per noi non esiste, acquistare un caffè e berselo a casa non ha alcun senso. Inoltre dobbiamo conoscere esattamente i costi da sostenere per sanificare i locali. La vedo complicata».

ABBIGLIAMENTO E MERCERIA

«Abbiamo sostenuto degli investimenti - sottolineano Manuela Agù della merceria “San Pietro” e Simona Vignetta del negozio “Venere abbigliamento” di Bagnolo - per poter acquistare una determinata collezione di prodotti che difficilmente riusciremo a smaltire. Un altro grande problema sarà il numero di persone che potrà accedere al locale e non tutti saranno disposti a rispettare il proprio turno. La sanificazione dei prodotti avrà altresì un notevole costo: ci auguriamo in un aiuto da parte delle istituzioni».

CARTOLERIE

«Il nostro settore ha subito un notevole indebolimento - rimarca Federica Paire della cartolibreria “Il Pennarello” di Barge - da quando le scuole sono state sospese. Chiudendo anche le cartolerie si è alimentata la vendita della grande distribuzione. Il nostro settore sembra preso in giro dal presidente della Regione perché aveva annunciato una riapertura per poi annullarla subito dopo. Il nostro guadagno, nonostante la ripartenza, sarà limitato sino a settembre, data in cui speriamo vengano riaperte le scuole».

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