Tasse, in estate servirà un ulteriore ritocco

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Aumentano le tasse a Verzuolo. Il prossimo anno le famiglie pagheranno di più Irpef e Imu, in virtù degli aumenti decisi dall’amministrazione comunale. Dal 2020 il gettito richiesto alle famiglie è stimato in circa 200 mila euro in più, a parziale copertura delle spese correnti del Comune, cresciute di circa 645 mila euro

Il Consiglio si è ritrovato lunedì in forma smart (diversi consiglieri hanno partecipato in videoconferenza) per approvare il documento unico di programmazione e il bilancio di previsione.

Spiega il sindaco Giancarlo Panero: «Redatti oltre due mesi fa, i due documenti andranno modificati radicalmente in estate: si pensi all’Imu e all’Irpef, entrambe obbligatoriamente aumentate. Sarà necessario approvare più avanti nuove misure che tengano conto della riduzione occupazionale prevedibile».

Si dovrà decidere, ad esempio, se rinviare il pagamento delle imposte tributarie di carattere comunale e se sospendere i solleciti. Intanto però serviva mettere un punto fermo sul valore delle aliquote per il prossimo anno. E i numeri parlano chiaro.

«Il bilancio approvato ha anche ripercussioni positive - garantisce il primo cittadino -: la riduzione del debito derivante da mutui che passa da 138 mila euro a 63 mila euro con un risparmio di 75mila euro».

Per la minoranza, contraria al bilancio, prende posizione il consigliere Luigi Vallome: «L’aumento delle tasse bilancia gli squilibri della parte corrente e giunge proprio in un momento di fragilità delle famiglie verzuolesi. Per di più nel preventivo approvato dalla maggioranza diminuiscono i fondi a disposizione per investimenti tecnologici, agricoltura, sport e cultura e viene abbandonato il tema “Spazio giovani”, a più riprese promesso dagli amministratori come parziale soluzione alle problematiche delle politiche giovanili».

E sulle misure da vagliare per affrontare il Coronavirus il giovane consigliere dice: «Suggeriamo di coinvolgere i commercianti di Verzuolo, già mostratisi molto disponibili e attivi in tal senso, per chiedere che, oltre ad accettare i buoni spesa per la solidarietà alimentare, vadano incontro a chi vive situazioni di difficoltà economica applicando, laddove possibile, sconti sui beni di prima necessità».

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