Tecla e Gaia, così nascono le case “stampate” in 3D Sono progettate con un modello innovativo di habitat ingegnerizzato “made in italy”

Tecla e Gaia, così nascono le case “stampate” in 3D Sono progettate con un modello innovativo di habitat ingegnerizzato “made in italy”
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Un aspetto innovativo ed in forte ascesa nel mondo delle costruzioni è rappresentato dal settore riguardante le “case stampate”.

Le stampanti 3D, infatti, negli ultimi anni si sono evolute a tal punto da poter realizzare non solo piccoli oggetti di design, giocattoli, protesi ortopediche, ma anche intere costruzioni da utilizzare come nuovo format dell’edilizia.

Ovviamente le dimensioni di una stampante di questo tipo sono notevoli: in genere sono alte circa 6 metri, lunghe 40 e larghe 12, con un braccio robotico automatizzato guidato da un computer.

In questo approfondimento ci occupiamo quindi di segnalare le prime realizzazioni nel settore che riguardano edifici costruiti proprio qui da noi in Italia.

TECLA

Nel comune di Massa Lombarda - in provincia di Ravenna - la prima ad essere stata realizzata con questo sistema costruttivo è stata “Tecla”: una costruzione ecosostenibile realizzata in terra cruda con materiali riciclabili che si adatta a qualsiasi clima del territorio in cui è inserita.

Ci sono volute duecento ore di stampa per realizzare la prima abitazione stampata in 3D grazie all’utilizzo di più stampanti in contemporanea.

Tecla è progettata con il modello innovativo di habitat ingegnerizzato dall’azienda italiana Wasp nota per le sue stampanti di grande formato e per le sue ricerche nel campo delle applicazioni edilizie sulla stampa 3D.

Ogni unità stampante, inoltre, ha una superficie di stampa di cinquanta metri quadrati, consentendo in tal modo di realizzare moduli abitativi indipendenti e di qualsiasi forma entro pochi giorni.

Prospettiva inedita per i nuovi insediamenti, dal punto di vista tecnico, gli autori sottolineano che Tecla presenta una soluzione a doppia cupola che ha permesso di ricoprire al contempo i ruoli di struttura, copertura e rivestimento esterno, così da rendere la costruzione performante sotto tutti gli aspetti.

GAIARecentemente Wasp in collaborazione con RiceHouse ha presentato “Gaia”,il primo studio di casa stampata in 3D attraverso una tecnologia integrata con materiali naturali provenienti dal territorio circostante.

Gaia, così denominata per l’utilizzo di terra cruda come principale legante della miscela costituente, può essere considerata un nuovo modello architettonico ecosostenibile nel campo della bioedilizia con particolare attenzione all’impiego di materiali naturali di scarto, provenienti dalla filiera produttiva del riso e orientati alla realizzazione di murature particolarmente efficienti dal punto di vista bioclimatico e di salubrità degli ambienti.

Gaia è un modulo altamente performante sia dal punto di vista energetico che della salubrità indoor, con un impatto ambientale quasi nullo. Stampata in poche settimane grazie alla sua muratura non necessita né di riscaldamento né di un impianto di condizionamento, in quanto mantiene al suo interno una temperatura mite e confortevole sia d’inverno che d’estate.

Per la sua realizzazione è stata utilizzata una mescola composta per il 25% da terreno prelevato in sito, per il 40% da paglia di riso trinciata, per il 25% da lolla di riso e il 10% da calce idraulica. La mescola è stata impastata attraverso l’uso della molazza, in grado di rendere il composto omogeneo e lavorabile.

L’involucro esterno è stato progettato con la finalità di integrare al proprio interno i sistemi di ventilazione naturale, di isolamento termo-acustico e di impiantistica.

La deposizione del materiale a base di terra cruda, paglia e lolla di riso viene controllata attraverso articolati intrecci in grado di conferire al contempo solidità costruttiva e variazione geometrica lungo l’intero sviluppo murario.

La versatilità della progettazione viene infatti resa possibile nella pratica costruttiva grazie alla precisione ed alla velocità della tecnologia 3D, ottenendo geometrie complesse, difficilmente replicabili con i sistemi tradizionali di costruzione.

IL FUTUROL’obiettivo è quindi costruire case a basso costo con materiali naturali e a km zero. Infatti il progetto bioclimatico alla base di questi tipi di realizzazioni, oltre a sfruttare l’apporto passivo del sole grazie all’orientamento rivolto a sud, è centrato sulla definizione delle stratigrafie utili per ottenere il massimo isolamento, raggiungendo un fabbisogno energetico pari a una classe A4.

Queste esperienze costruttive offrono l’occasione per divulgare le molteplici potenzialità che la stampa 3D può ancora esprimere grazie alle risorse presenti nel territorio agricolo mondiale, garantendo livelli minimi di impatto ambientale a fronte di infinite soluzioni progettuali, indispensabili per le nuove frontiere dell’abitare.

Quindi le case stampate in 3D sono ormai una realtà: ma quanto costano e come vengono costruite?

Negli ultimi anni, diverse società di costruzioni si sono rivolte alla stampa 3D per ridurre i costi di realizzo. Le stampanti 3D di grandi dimensioni in calcestruzzo, ad esempio, hanno sempre avuto un prezzo piuttosto elevato al primo lancio. Poi, come avviene per la maggior parte delle tecnologie, i prezzi stanno scendendo man mano che vengono sviluppati prodotti nuovi, migliori e quindi anche più convenienti.

Bisogna sempre tenere in considerazione però che il prezzo finale di un’abitazione è influenzato da numerosi fattori, non solo dal costo di realizzo.

STANDARDIZZAZIONEUno degli aspetti che non è da trascurare è quello della standardizzazione. Questa nuova concezione realizzativa deve poter prevedere modelli diversi a seconda delle esigenze abitative e del luogo in cui vengono edificate. E’ evidente infatti che un modello standard non possa andar bene dappertutto e per ogni utilizzatore. Dovrà quindi essere posta massima attenzione in fase progettuale per poter definire a priori i vari obiettivi da voler ottenere rivolgendosi a questo sistema costruttivo.*architetto

lucasilano@gmail.com

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