Temperature in picchiata, il gelo azzera la stagione della frutta. Danni per milioni nove ore di freddo glaciale mettono in ginocchio il comparto frutticolo

Temperature in picchiata, il gelo azzera la stagione della frutta. Danni per milioni nove ore di freddo glaciale mettono in ginocchio il comparto frutticolo
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L’ultima volta che il termometro era sceso così in basso e così a lungo, risale alla primavera 1997. Man mano che trascorrono i giorni assume contorni sempre più delineati la gelata che ha colpito l’areale frutticolo del Saluzzese. Nove ore da brivido, dalle 23 di mercoledì alle 8 di giovedì mattina. Temperature fino a -7 gradi, un’annata intera di raccolti “bruciati” in una sola notte.

Le previsioni meteo lasciavano pochi dubbi: l’ondata di freddo, accompagnata da venti asciutti, avrebbe colpito l’intera Europa a inizio settimana. E così è stato.

Mercoledì i danni sono stati limitati grazie a un cielo leggermente velato. La notte successiva invece, non c’è stato nulla da fare, nonostante l’attivazione di tutti i sistemi di prevenzione e l’impegno di centinaia di frutticoltori e braccianti, rimasti al lavoro tutta la notte per cercare di contrastare l’ondata di gelo.

Michele Ponso, frutticoltore di Lagnasco, spiega: «Il gelo è stato persistente, gli alberi da frutta non sono riusciti a resistere così a lungo. I sistemi meccanici, come la ventilazione forzata o i bracieri accesi nei campi, sono stati penalizzati dal vento. Anche l’attivazione dei sistemi antibrina, con gli impianti di irrigazione, ha avuto qualche problema, perché la siccità dell’ultimo mese non sempre ha permesso agli agricoltori di accendere gli impianti per la scarsità d’acqua». E comunque, anche a pieno regime l’antibrina non è bastato.

Ivo Migliore, frutticoltore lagnaschese, osserva affranto gli alberi di pesco: «Guardate - dice - i fiori sono già secchi, sia nella parte bassa dell’albero che in quella più alta. E se sfogliamo la corolla, possiamo vedere il piccolo frutto completamente annerito. Queste piante non porteranno nemmeno una pesca».

Le foglie dei kiwi sono marroni e stanno iniziando a marcire: «Il kiwi aveva appena iniziato a mettere i nuovi rami - osserva Mario Dotto, segretario Coldiretti Saluzzo - quelli in cui si intravedevano i primi fiori. Anche in questo caso la produzione è andata persa. Tra qualche settimana le piante “ricacceranno”, metteranno nuovi rami, ma non porteranno frutti, serviranno alla pianta per sopravvivere, se andrà bene».

Il melo è un albero più resistente, che può sopportare temperature più basse in questa stagione. Gli studi dei tecnici frutticoli hanno dimostrato che i problemi si hanno con 4 gradi sotto lo zero. Ed è ciò che è accaduto l’altra notte: dal bianco vivo, i campi di melo in fiore stanno rapidamente passando al marroncino. I fiori centrali delle corolle, quelli che sbocciano più precocemente e che portano i frutti migliori, sono “appassiti” dal gelo.

I raccolti potrebbero subire una contrazione superiore al 50 per cento, forse il 70%.

«È ovviamente presto per fare dei bilanci precisi sulla consistenza dei contraccolpi sulle prossime campagne - sottolinea Claudio Sacchetto, presidente della sezione frutticola di Confagricoltura Cuneo -, ma quello che è certo è che si raccoglierà nulla o molto poco, specie nelle fasce più basse dei frutteti. Sulle mele il danno potrebbe essere più contenuto. I sistemi di difesa hanno funzionato bene, ma non in misura sufficiente per coprire tutti gli ettari di frutteto della Granda. Molte aziende del comparto, inoltre, da qualche tempo hanno deciso di non assicurarsi più a causa dei costi insostenibili delle polizze e dei continui ritardi nei pagamenti. Sono scelte imprenditoriali, ma anni di mal funzionamento del sistema non hanno giocato a favore di forme di difesa, che in queste situazioni potrebbero mitigare i danni».

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