TERRITORIO - La valorizzazione dei prodotti tipici nel contesto internazionale di Serravalle Scrivia Le «Dolci Terre» che piacciono agli stranieri: una bottega al Designer Outlet McArthurGlen

TERRITORIO - La valorizzazione dei prodotti tipici nel contesto internazionale di Serravalle Scrivia Le «Dolci Terre» che piacciono agli stranieri: una bottega al Designer Outlet McArthurGlen
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All’interno del Serravalle Designer Outlet McArthurGlen di Serravalle Scrivia (Alessandria), l’outlet più grande d’Europa, le eccellenze enogastronomiche del Piemonte, delle Colline del Gavi e dell’Alto Monferrato sono riunite in un progetto di qualità che guarda ben oltre la semplice vendita dei prodotti.

«ledolciterre» è una bottega che fa da ristorante, coffee bar, enoteca, concept store per far conoscere il territorio di Alessandria, le opere culturali, artistiche ed enogastronomiche attraverso prodotti e storie aziendali riguardo vini, salame con focaccia, biscotti, formaggi, cioccolato.

A parlarne è il presidente del Consorzio Turistico Massimo Merlano.

Come nasce il progetto «ledolciterre»?

«È stato avviato sperimentalmente nel 2015 in occasione di Expo Milano, con l’idea di promuovere le specialità locali come ambasciatori del territorio. Nel 2016, dopo gli interventi di ampliamento e di restyling del Serravalle Designer Outlet, abbiamo definito la nuova location dove, oltre alla vendita, abbiamo abbinato l’area “restaurant” con piatti di alta qualità e decisamente italiani. Stiamo ottenendo successo lusinghiero anche alla sera, con il nostro wine-dinner, in cui ogni settimana ospitiamo i produttori che presenziano alle degustazioni, con una narrazione del territorio e dei suoi prodotti, molto apprezzata».

Cosa insegna il contesto outlet?

«Serravalle è diventata nel tempo un’icona mondiale dell’Italian fashion, intesa non solamente come moda, ma anche come strumento per far scoprire le nostre caratteristiche: la ristorazione tipica, l’ospitalità a gestione familiare, vini e cantine, produttori artigianali dell’Arte Bianca (la lavorazione di pasticceria, pizzeria, panificazione e pasta fresca). Quello che pensavamo fosse il nostro limite, cioè la dimensione contenuta del territorio, è invece un elemento di forte attrazione. La clientela che arriva, abituata ai grandi spazi e hotel da migliaia di camere, desidera conoscere i borghi e i piccoli paesi, dove la familiarità vince ed è ugualmente a cinque stelle lusso. I clienti tornano volentieri».

Da dove arriva questa clientela?

«Per 45% sono stranieri, da ogni angolo del mondo. In particolare, est Europa (Russia, Ucraina, Bielorussia), e area asiatica (Singapore e Malesia, Corea), ovviamente ci sono molti cinesi che sono la prima etnia in termini numerici, e giapponesi. In Europa abbiamo una forte clientela da Montecarlo e la Francia, dalla Svizzera, una piccola parte dal Nord Europa, un numero interessante dalle Americhe, oltre a Canada e States: Messico, Brasile, Cile. Dall’Italia, i clienti sono principalmente del nord, Lombardia per prima. Molti dalla Toscana ed Emilia, occasionalmente dal sud. In Liguria sbarcano le crociere, molte di queste hanno una giornata al nostro centro Outlet come appuntamento; i brasiliani sono particolarmente simpatici, alla ricerca dei loro marchi simbolo».

Capitano anche i clienti vip?

«Tra gli ospiti abituali abbiamo calciatori ed ex calciatori di serie A, attori e presentatrici tv, accolti sempre in simpatia e riservatezza. Qualche calciatore si trova poi costretto dai fans a firmare autografi, ma ci sono rapporti di grande cordialità. Come vip internazionale abbiamo persone soprattutto nel campo della comunicazione (orientali e russi), dai paesi tecnologicamente molto avanti, e personaggi dello spettacolo e della musica che noi conosciamo poco ma che il personale o i clienti stranieri riconoscono facilmente. Ricordo di un’attrice coreana molto famosa: è stata nel mirino di tutti i selfie orientali per la durata della sua visita. E ancora, tempo fa, una cantante del mondo arabo che tutte le ragazze marocchine e tunisine hanno abbracciato come fosse una sorella».

E il Covid, cosa ha significato qui per gli affari?

«L’impatto lo conosciamo tutti. Luglio è stato un mese fiacco rispetto allo standard, perché è uno dei mesi di eccellenza storici; agosto ha ripreso la clientela italiana, con una buona spinta. Manca completamente la parte “nobile” del business di Serravalle, cioè gli stranieri che arrivano da lontano».

Cosa pensate dello strumento Voucher Piemonte per rilanciare il nostro turismo?

«Utilizzare i Consorzi come driver del progetto è stata un’idea geniale, accolta dai turisti in maniera ottimale, perché si può scegliere la tipologia di struttura e spesa e concretizzare un risparmio. Anche per gli operatori è una buona iniziativa: pur considerando che una notte è omaggiata dalla struttura ospitante, il fatto di poter avere la prenotazione con pagamento anticipato e ricevere immediatamente, attraverso il Consorzio, la parte spettante la Regione, è stata fatto veramente una bella cosa».

I progetti futuri per «ledolciterre»?

«Il nostro concept è l’elemento di promozione e comunicazione che può e deve essere meglio sfruttato per la valorizzazione, ma il futuro su cui lavoriamo è la scoperta dei nostri dintorni. Organizzeremo wine tour giornalieri con minivan da sei posti, predisporremo anche soluzioni lusso con auto di prestigio e guida di accompagnamento anche in lingua, che mostri ciò che il cliente vuole vedere, come la cerca del tartufo, la degustazione in cantina, la cena nei ristoranti di livello. Valutiamo anche giornate di visita con un percorso completo, fatto non solo di cibo e vino ma anche di cultura, arte, artigianato e storia. Questo lo stiamo programmando per i mesi autunnali, perché grazie al progetto regionale, con il voucher servizi possiamo dare agli organizzatori del tour un contributo pari al 50% della spesa prevista».

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