Tirata d’orecchie dal mio sindaco

Tirata d’orecchie dal mio sindaco
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Ero a Sanremo, impegnato per seguire l’edizione del festival più discusso di sempre, quando mi è arrivato il Whatsapp del nostro sindaco Calderoni: «Il pubblico ristruttura, il privato no» c’era scritto in calce al messaggino che apro mentre Fiorello prova un cappotto piumato che poi nella diretta gli sarebbe servito per fare il verso ad Achille Lauro.

Preso dalla baraonda con cui la kermesse ti travolge, lo leggo di sfuggita, ma tra un tampone e l’altro, non ho testa né tempo per ragionarne il senso. La notte poi, nella rigida tranquillità imposta dal coprifuoco riapro WhatsApp e comprendo subito che cosa intendeva il nostro primo cittadino.

Si riferiva a quanto da me scritto in una rubrica di un paio di settimane or sono in cui, in poche parole, segnalavo con gioia la prossima ristrutturazione della vecchia tettoia del mercato dei suini a fianco dell’ex tribunale, comunemente ed impropriamente chiamata “foro boario”, che diventerà ora la Porta di valle, e per contro lamentavo il degrado di alcuni altri edifici del nostro centro cittadino che stanno letteralmente cadendo a pezzi, senza che nessuno sembri fare niente.

E così comprendo appieno il senso di quel messaggino e ne condivido anche l’osservazione. Una preziosa puntualizzazione del fatto che appena si può gli edifici pubblici vengono restaurati per essere poi restituiti alla comunità, tirati a lucido. Mentre per contro quegli edifici fatiscenti che abbruttiscono una città che come dicevo nel mio vecchio articolo, ha l’ambizione di candidarsi a Capitale nazionale della cultura 2024, sfidando eccellenze come Capri o Viareggio, sono di proprietà privata… e quindi il governo locale non può farci più di tanto.

Oggi che l'esproprio non va più di moda, al massimo si può esigere la loro messa in sicurezza, ma nulla più. Il Comune non può certo obbligare i proprietari a restaurare una loro proprietà contro voglia. Anche se oggi più che di voglia, forse si dovrebbe parlare di possibilità, essendo spesso difficile la situazione in cui si trovano molti saluzzesi, che se una volta sarebbero stati considerati fortunati possidenti, oggi sono invece titolari di immobili che in realtà rappresentano solo un costo tra rattoppi, tasse ed imposte che nella congettura economica attuale, spesso sono difficili anche solo da mantenere, figuriamoci da ristrutturare.

E io, vi assicuro, confesso di saperne qualcosa.

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