Uffici e Poste a mezzo servizio Disagi e code per un documento
Se il 31 luglio il governo deciderà di non prorogare, come pareva invece fino a qualche giorno fa, le norme per l’emergenza sanitaria, potrebbero riaprire al pubblico, si auspica con orario normale, anche gli uffici pubblici.
Il condizionale resta comunque d’obbligo e la certezza la si avrà soltanto a fine settimana.
Dopo mesi di serrata pressochè totale si avverte più che mai l’esigenza che servizi di pubblica utilità possano tornare ad essere fruibili.
Al momento l’accesso agli uffici dei municipi avviene solo previa prenotazione, fatto che comporta notevoli disagi considerato che i tempi di prenotazione non sono così celeri.
Per avere un documento bisogna attendere da un paio di settimane ad un mese, tempi lunghi se si considera che gli sportelli sono chiusi al pubblico e questo dovrebbe far pensare almeno a tempi più rapidi.
Ma, ahimè non è così, dal momento che siamo in piena estate e il personale opera a ranghi ridotti per via delle ferie.
Viene da chiedersi perché la maggior parte delle attività private abbia già potuto riprendere (giustamente) quasi regolarmente la propria attività mentre le strutture pubbliche ancora no.
Se questo vale per tutti gli uffici pubblici, disastrosa appare la situazione alle Poste dove i disagi sono all’ordine del giorno, sia per quanto riguarda gli accessi agli sportelli, sia per quel che concerne la consegna della posta, nonostante ai clienti - è il caso del nostro giornale - venga richiesto il pagamento anticipato.
Vari cittadini hanno manifestato il loro disappunto rispetto all’orario estivo dell’ufficio postale di Saluzzo, che nei mesi di luglio e agosto è chiuso al pubblico il pomeriggio.
Una scelta che appare incomprensibile dopo il lungo black out e che causa assembramenti e lunghe file nella piazzetta antistante.
Se si considera che le Poste rappresentano il punto di riferimento per le operazioni che devono effettuare i lavoratori stagionali africani, si capisce come sia inevitabile l’affollamento.
Nella vicina Manta le proteste sono ancora più marcate, dato che l’ufficio postale è aperto al pubblico solo il martedì e il giovedì dalle 8,20 alle 13,45 e il sabato dalle 8,20 alle 12,45.
Situazioni che risultano in contrasto con le rassicurazioni di governo e Regione che quotidianamente annunciano di voler ridurre al minimo i nefasti effetti della burocrazia.
In un momento in cui i cittadini devono fare i conti con disagi di svariata natura e in una congiuntura economica a dir poco difficile, sarebbe auspicabile che determinati servizi (che lo stesso Stato richiede) venissero resi agibili senza ulteriori complicazioni.
Se il periodo di emergenza cesserà il 31 luglio la situazione dovrebbe lentamente tornare alla normalità nei municipi.
Non così invece per le Poste dove - nell’anno di grazia 2020 - si applica ancora un anacronistico quanto incomprensibile “orario estivo”.